Sul mercato cinese, la produzione di carne suina rappresenta il 65% di tutta la produzione di carne del Paese asiatico. Si tratta di un prodotto il cui consumo è legato a una profonda tradizione culturale e che difficilmente viene sostituito dai consumatori con altri tipi di carne. Nel 2007 la produzione di carne suina in Cina è stata di circa 47 milioni di tonnellate, in flessione  del 10% rispetto al 2006 ed i capi avviati alla macellazione sono stati in tutto 647 milioni, in calo del 5% rispetto all’anno precedente.
Il calo delle macellazioni e del peso medio della carcassa  verificatosi lo scorso anno, è legato alla difficile situazione sanitaria in cui versano gli allevatori suinicoli del Paese: tra il 2006 ed il 2007 la Prrs (Sindrome respiratoria e riproduttiva dei suini) ha causato la perdita di circa 10 milioni di suini. Nonostante il Paese asiatico disponga del vaccino contro il virus, sembra che la sua conservazione a basse temperature rappresenti una seria difficoltà per la maggior parte degli allevatori ed il suo uso inadeguato avrebbe generato ulteriori problemi, quale l’aumento degli aborti.
Nel 2008 il trend dovrebbe invertirsi e la produzione di carne suina in Cina dovrebbe raggiungere i 48 milioni di tonnellate, in aumento del 2% rispetto al 2007, corrispondente a circa 649 milioni di capi (+3% rispetto al 2007). Nella seconda metà del 2007 i prezzi dei suini hanno raggiunto livelli record, al punto che il governo cinese ha deciso di intervenire stanziando un aiuto di circa 860 milioni di dollari per incentivare la produzione suinicola e per combattere le malattie degli animali. Inoltre, è stato disposto un aumento delle importazioni di carni suine dall’estero.  Nel mese di settembre 2007 il governo cinese ha istituito degli stock, riserve di carne che nel futuro potranno contribuire a calmierare i prezzi eccessivamente elevati della carne suina e saranno utilizzati per far fronte a calamità naturali o a crisi di altra natura. Gli stock, sia di suini vivi che di carni suine congelate saranno rinnovate ogni quattro mesi.
Sempre nel 2007 il governo cinese ha adottato altre due misure importanti finalizzate ad aumentare la produzione: in primo luogo, ha introdotto una legge, entrata in vigore il primo gennaio 2008, che prevede lo stanziamento di indennizzi agli allevatori che distruggano gli animali malati; inoltre, ha istituito un sussidio di 6,7 dollari che viene corrisposto agli allevatori per ogni scrofa prodotta. Ogni scrofa viene anche assicurata per un valore di 133 dollari, dietro versamento di un premio di circa 6,7 dollari (di cui 1,6 pagati dal suinicoltore e 5,1 dal governo cinese).
Per quanto riguarda gli scambi commerciali, nel 2008 le importazioni cinesi di carne suina dovrebbero raggiungere le 150 mila ton., in aumento del 15,4% rispetto al 2007. Quasi tutte le importazioni di carne suina provengono dagli Stati Uniti, nonostante il volume degli acquisti dagli Usa sia oggi limitato dal rinvenimento di ractopamina (un beta agonista) e di elementi patogeni non ammessi dalle autorità sanitarie cinesi in alcune partite di carne statunitense. In questo contesto, l'Unione europea in Cina potrebbe recuperare le quote di mercato perse alcuni anni fa a causa della contaminazione da diossina che interessò alcuni paesi europei.
Per quanto riguarda le esportazioni, la Cina è il decimo paese esportatore di carne suina in tutto il mondo. Vende all'estero circa 400 mila tonnellate di carne suina (solo l'1% della produzione totale di carne suina del Paese) ed i suoi maggiori acquirenti sono Hong Kong, il Giappone, la Corea del Nord ed il Vietnam. Il volume delle esportazioni è contenuto soprattutto a causa dei problemi sanitari del Paese (la Russia ha ridotto del 91% i propri acquisti in Cina proprio a causa della situazione sanitaria cinese).
 
Ecco alcuni dati:
 
 
 Fonte: Ufficio nazionale di statistica