Per Giacomino Olivero l'8 agosto sarà ricordato come una delle giornate più dolorose della sua vita. L'allevatore di Sommariva Bosco (Cn) ha infatti visto morire in pochi minuti una cinquantina di capi portati a pascolare in un campo. Alcuni testimoni parlano di improvvise difficoltà per gli animali a respirare, cadendo al suolo con forte produzione di saliva


Sebbene siano ancora in corso le indagini dell'Istituto Zooprofilattico, da cui dovrebbe giungere il verdetto finale, l'imputato numero uno sarebbe al momento il sorgo. Il condizionale è d'obbligo, dal momento che questo cereale può infatti produrre una sostanza nota come durrina. Questa altro non è che non un glucoside cianogenetico, capace cioè di produrre acido cianidrico altrimenti noto come cianuro di idrogeno. La tossicità di tale sostanza è alquanto elevata, mostrando valori di LD50 di pochi milligrammi per chilo di peso corporeo (test su cavie con cianuro di potassio, nda). La morte è pressoché immediata, dal momento che la sostanza inibisce i processi di respirazione cellulare

 

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Durrina: struttura molecolare
(Fonte: Wikipedia)


La durrina nel sorgo

Nel sorgo la durrina può essere presente nelle piante giovani, in attivo sviluppo, tendendo a scomparire nelle piante completamente formate. Non a caso il sorgo maturo può essere tranquillamente consumato da uomini e animali. Purtroppo, quando le piante sono in attiva crescita i contenuti di durrina sono decisamente significativi, potendo generare fino a 250 milligrammi di acido cianidrico ogni 100 grammi di prodotto vegetale.

 

Per raggiungere la dose letale per una vacca dal peso di circa 500 chilogrammi potrebbero bastare cioè quattro chilogrammi circa di sorgo. Una quantità che un bovino adulto può ingerire in pochi minuti. Quindi, ferma restando la necessaria conferma autoptica, la valutazione preliminare appare ragionevole. 


Nel sorgo, in special modo in Sorghum bicolor, la durrina si forma a partire dalla tisosina, un aminoacido, la cui conversione nella tossina è regolata a livello trascrizionale generando l'mRNA necessario a produrre tre enzimi, chiamati CYP79A1, CYP71E1 e UGT85B1. Saranno questi a operare sequenzialmente la conversione da sostanza innocua a tossina.

 

Il tasso di produzione della durrina varia però a seconda dell'età della pianta, venendo influenzata anche dei nutrienti disponibili. La trascrizione dello specifico mRNA cala infatti velocemente al crescere della coltura, servendo a questa la durrina soprattutto quando è poco sviluppata, tenera e quindi appetibile dagli insetti. In sostanza, la durrina è un “pesticida” naturale con il quale le giovani piante di sorgo si difendono da possibili attacchi, ovviamente nel momento in cui più sono ad essi maggiormente sensibili. Entro un mese circa la produzione di durrina calerà poi drasticamente, rendendo le piante innocue dal punto di vista tossicologico una volta completato lo sviluppo.


Indipendentemente dalla conferma o meno di tali indicazioni preliminari, quanto accaduto in Piemonte suggerisce comunque una maggiore attenzione circa la presenza nei pascoli di sorgo, soprattutto quando le piante si mostrino nelle fasi iniziali di sviluppo, sconsigliando quindi per prudenza di portarvi le mandrie.