Il prossimo sabato 14 ottobre si terrà alle 10.00, nella sala Biagi Nolasco nella biblioteca comunale di Casola Valsenio (Ra) un convegno sul tema “Il punto sul castagno: la difesa e la commercializzazione”. L'evento è organizzato dall'amministrazione comunale di Casola Valsenio e dalla Pro Loco e si tiene nell'ambito della 27° edizione della Festa dei frutti dimenticati e del Marrone di Casola Valsenio, in programma nei weekend 7-8 e 14-15 ottobre 2017 dedicata a giuggiole, pere spadone, corniole, nespole, mele cotogne, corbezzoli, azzeruole, sorbe, pere volpine, uva spina, senza dimenticare noci, nocciole, melagrane e ovviamente i Marroni.

L'incontro sarà l'occasione per riflettere sui due nodi critici della coltura del castagno: la difesa e la commercializzazione. Se da una parte si può affermare che verosimilmente nelle vallate locali il problema della vespa cinese è stato risolto non altrettanto si può dire per i carpofagi che negli ultimi anni hanno recato un danno quantificabile fra il 20 e il 40% del raccolto. Su questo aspetto relazioneranno Massimo Bariselli del Servizio fitosanitario della regione Emilia Romagna e Massimo Dal Pane di Isagro azienda che quest’anno ha ottenuto la registrazione provvisoria di un sistema di difesa tramite il disorientamento sessuale, compatibile quindi con la gestione biologica del castagneto. Proprio nella valle del Senio sono partite alcune sperimentazioni al riguardo che verranno illustrate nel convegno.

L’annata si preannuncia magra causa l’avverso andamento climatico per le alte temperature e la scarsa piovosità; tuttavia l’aspetto della commercializzazione resta un cardine per questa coltura soprattutto per la valorizzazione del prodotto locale. Sul tema relazionerà Agrimola, azienda attiva nel settore.

Saranno inoltre presenti i consiglieri regionali Manuela Rontini, presidente commissione Territorio, ambiente e mobilità della Regione Emilia-Romagna e Roberto Poli, che hanno seguito con attenzione le problematiche del settore nonché il Gal "L’altra Romagna".

Coordina i lavori Roberto Rinaldi Ceroni, docente dell’Istituto tecnico agrario Scarabelli di Imola.

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