La botrite della vite è già lì, in campo. Nelle situazioni agroclimatiche più insidiose può addirittura essere necessario ricorrere a due o più applicazioni di antibotritici nel corso dell'anno. In tal caso, è bene alternare fungicidi aventi differente meccanismo d’azione. I posizionamenti più tradizionali sono durante la "fase B", di pre chiusura grappolo, la "fase C", dell'invaiatura, e infine la "fase D", in pre-raccolta. Per questo ultimo trattamento è bene optare per prodotti con tempi di carenza il più ridotti possibile, modellando così le strategie di difesa anche secondo una saggia ottica residuale.
Di recente introduzione sul mercato, Teldor Plus di Bayer Cropscience è formulato come Sospensione concentrata a base di a 500 g/L di fenexamid. Ha soli 7 giorni di carenza ed è un Non classificato. Grazie alla sua alta resistenza al dilavamento e all'assenza di resistenza crociata, Teldor Plus è il candidato numero uno per i trattamenti nella fase di pre-chiusura grappolo.
Teldor® Plus in campo
Grazie alle proprie caratteristiche chimico-fisiche, Teldor Plus offre un'ottima copertura della superficie trattata, attraverso una spiccata resistenza al dilavamento. Tali caratteristiche si traducono in campo in una migliore attività biologica verso il patogeno e in un’azione più prolungata nel tempo. Fenexamid, non presenta peraltro resistenza incrociata con altri antibotritici attualmente presenti sul mercato e ciò rende Teldor Plus idoneo all'impiego nei più raffinati programmi di difesa antibotritica. Teldor Plus va impiegato in ottica preventiva alla dose di 1 – 1,5 l/ha, utilizzandolo preferibilmente in pre-chiusura del grappolo. Il prodotto, infine, non mostra influire sui processi di maturazione delle uve, sulla fermentazione alcolica e malolattica né influisce su gusto, sui profumi e sugli aromi dei vini.
Non solo Botrite
La Botrite, al pari delle perforazioni dovute agli attacchi di tignola e alle spaccature apportate dall'oidio, è in grado di aprire la via alla proliferazione delle cosiddette ocratossine, altamente dannose per la salute dell'uomo. Si possono generare da funghi del genere Aspergillus e Penicillium. Ecco perché l'uso di insetticidi e anticrittogamici riduce anche il rischio di contaminazione da ocratossine nei vini. I limiti di ocratossine fissati in Europa prevedono infatti un massimo di Ota nel vino pari a 2 microgrammi per litro.
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Fonte: Bayer CropScience