Uno studio finanziato dall'Unione europea è riuscito a stimolare la crescita delle piante sfruttando alcuni specifici batteri delle radici allo scopo di ottimizzare la resa delle varietà di cereali più performanti nel Regno Unito.
Un risultato che per l'agricoltura moderna si traduce in un utilizzo ridotto di fertilizzanti chimici e in raccolti potenzialmente migliori sul piano qualitativo. Il progetto Rhibac (Rhizobacteria for reduced fertiliser inputs in wheat), di durata quadriennale, ha ricevuto finanziamenti per 2 milioni di euro in riferimento all'area tematica 'Qualità e sicurezza alimentare' del Sesto programma quadro (6° PQ) dell'Ue.
Secondo lo studio sarebbe possibile evitare l'impiego di 50 chilogrammi per ettaro di fertilizzanti azotati.
Il professor Nicolaus von Wirén della Università di Hohenheim, coordinatore del progetto Rhibac, si è detto molto soddisfatto dei risultati raggiunto, aggiungendo però che prima dell'arrivo sul mercato dei rizobatteri che favoriscono la crescita è necessario che i risultati del team siano convalidati rispetto a una serie di condizioni e ambienti, in modo da quantificare il risparmio sotto il profilo commerciale.
Lo studio si è concentrato su quattro moderne varietà di cereali (Robigus, Viscount, Alchemy, Oakley) coltivati con diversi livelli di fertilizzanti a base di azoto e quattro ceppi di rizobatteri incorporati nel seme durante la semina.
In media, le rese delle quattro varietà si sono rivelate superiori a 0,70 t/ha o al 6% in due diverse prove dove al regime di fertilizzazione normale erano stati aggiunti rizobatteri selezionati. Confrontando questi risultati a quelli ottenuti solo con i fertilizzanti a base di azoto, i ricercatori hanno scoperto che l'inoculazione batterica corrispondeva a una quantità di azoto compresa tra i 50 e i 100 chilogrammi per ettaro (kg N/ha).
"Postulando che i ceppi di Rhibac possano sostituire 50 kg N/ha, stiamo parlando di un risparmio annuale di 225.000 tonnellate di nitrato d'ammonio solo per quanto riguarda i milioni di ettari (1,85) utilizzati per la coltivazione del frumento nel Regno Unito" ha spiegato il dottor Lloyd di Masstock Arable Research (Regno Unito), partner del progetto.
Il dottor Lloyd ha poi continuato aggiungendo che i ricercatori dall'Università di Yeditepe (Turchia), partner del progetto, hanno rilevato un miglioramento sia nella quantità di micronutrienti che nella resa dei grani negli esperimenti paralleli.
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Fonte: Cordis - Unione Europea - Servizio Comunitario di Informazione in materia di Ricerca e Sviluppo