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L'europarlamento approva il “Regolamento sulle statistiche dei pesticidi” a larghissima maggioranza: ora il mosaico è completo
Cronaca
Nella sessione del 24 novembre scorso l'Europarlamento ha approvato in terza lettura il “regolamento sulle statistiche dei pesticidi”, ultimo provvedimento del trittico chiamato “Pesticide Package” che ridisegna la strategia comunitaria per il settore degli agrofarmaci. Questo regolamento è indispensabile per verificare il raggiungimento degli obiettivi delineati dal primo pilastro, il regolamento sull'immissione in commercio dei prodotti fitosanitari (Regolamento 1107/2009 del 21 ottobre 2009, Gazzetta dell'Unione Europea L 309 del 24-11-2009), ma soprattutto dal secondo, la direttiva sugli usi sostenibili (Direttiva 2009/128/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 ottobre 2009, che istituisce un quadro per l’azione comunitaria ai fini dell’utilizzo sostenibile dei pesticidi, Gazzetta dell'Unione Europea L 309 del 24-11-2009) e proporre eventuali aggiustamenti della normativa.
Il regolamento sulle statistiche istituirà una metodologia e un formato standardizzato che dovranno essere utilizzati dagli stati membri per raccogliere i dati di immissione sul mercato e di utilizzo degli agrofarmaci (le rilevazioni in futuro interesseranno anche i biocidi). Gli stati membri dovranno successivamente pubblicare su Internet i risultati delle rilevazioni e trasmetterli a Eurostat (Ufficio Statistico delle Comunità Europee), che effettuerà le consuete aggregazioni a livello continentale.
Il provvedimento contiene una lista dei principi attivi da tenere sotto osservazione (in pratica tutti quelli attualmente in commercio nell'Unione Europea), che dovranno essere seguiti dalla prima immissione in commercio sino all'utilizzo sulla coltura. Le colture oggetto di monitoraggio saranno scelte dagli stati membri e dovranno rispecchiare la realtà agronomica locale e coprire il maggior numero di sostanze. Il risultato saranno carte o tabelle tematiche dove per ogni coltura saranno riportate le quantità annue di sostanze attive utilizzate. Ironia della sorte, queste statistiche saranno utili non solo alle autorità ma anche alle imprese, che forse potranno destinare le risorse risparmiate nelle spesso costosissime ricerche di mercato, che diventeranno ad appannaggio della collettività, nella ricerca di mezzi tecnici sempre più efficaci e rispettosi dell'uomo e dell'ambiente. Forse ancora una volta non tutti i mali vengono per nuocere.
Una leadership italiana
Una volta tanto l'Italia parte avvantaggiata, in quanto gli adempimenti delineati sia dal regolamento sull'immissione in commercio che sulle statistiche dei pesticidi ricalcano molto da vicino l'insieme delle norme che in Italia gli addetti ai lavori conoscono da oltre vent'anni e che sono note con la celebre denominazione di “Quaderno di campagna” (Decreto del Presidente della Repubblica 24 maggio 1988, n. 236 e D.M. 25 Gennaio 1991, n. 217, ripresi successivamente anche dal DPR 23 aprile 2001, n° 290). Il provvedimento Italiano, nato primo in Europa sull'onda dell'allarme ambientale suscitato dal ritrovamento di residui di atrazina (il più celebre erbicida mais dell'epoca, ora revocato) nelle acque di falda, poi seguito anche dagli erbicidi riso molinate e bentazone, che sono ancora in commercio ma con limitazioni d'uso, prevede come il regolamento comunitario il rilevamento dei dati di produzione, di vendita, di esportazione, di importazione e di utilizzo degli agrofarmaci per avere un quadro puntuale ed esauriente di come la filiera di questi importantissimi mezzi tecnici si rapporta col territorio.
Per oltre quattro anni il provvedimento è rimasto però inapplicato per la parte relativa agli utilizzi, ma adesso fa parte delle normali procedure aziendali quale fondamentale libro di bordo a testimonianza della corretta applicazione delle pratiche fitoiatriche, indispensabile anche per poter accedere a finanziamenti comunitari e per diventare fornitori qualificati dei più importanti marchi dell'agroalimentare. L'offerta italiana di sistemi informatici per la gestione di questi adempimenti è, vista l'ineguagliata esperienza, la più completa al mondo e sicuramente l'allargamento dell'adempimento all'intera comunità europea ci vedrà sicuri leader.
Torniamo all'inizio della filiera: internet e l'informatica in generale nell'approvazione dei prodotti fitosanitari
Non solo rilevazioni, ma anche simulazioni
L'utilizzo dei sistemi informatici nella filiera agrochimica europea non si limita fortunatamente alla mera rilevazione dei dati di commercializzazione e utilizzo, per quanto importantissimi: tutte le fasi di valutazione degli aspetti critici dell'utilizzo degli agrofarmaci sono ormai effettuate con l'utilizzo di modelli informatici che vanno dai semplici fogli elettronici per le simulazioni più semplici, come quelle del calcolo dell'esposizione degli operatori, ai software più sofisticati per la stima delle concentrazioni delle sostanze nei vari comparti ambientali.
All'inizio fu il FOCUS
Sfidando lo scetticismo di molti addetti ai lavori che non vedevano di buon occhio l'utilizzo di modelli previsionali quale supporto decisionale nell'autorizzazione dei prodotti fitosanitari, le autorità europee sono riuscite nella missione impossibile di approfondire le indagini sul comportamento ambientale delle sostanze senza dover sempre ricorrere a studi costosissimi, rendendole accessibili anche a realtà medio-piccole, che altrimenti sarebbero quasi sicuramente escluse dal mercato, con danni per l'intera filiera, a cominciare dagli agricoltori. Strumenti oggettivi e non influenzabili per definizione, i modelli previsionali costituiscono il primo vaglio per la verifica della compatibilità ambientale dei prodotti fitosanitari, lasciando all'intervento degli esperti l'analisi delle situazioni più critiche, dove l'approccio forzatamente prudenziale dei programmi utilizzati potrebbe portare a escludere prodotti che in seguito a indagini più approfondite sarebbero invece risultati perfettamente sicuri. Acronimi come FOCUS, Pelmo, Przm, Pearl, Macro e Toxswa sono entrati ormai nel vocabolario anche dei non addetti ai lavori e stanno contribuendo al generale innalzamento qualitativo del livello della documentazione degli agrofarmaci, permettendo al tempo stesso una notevole riduzione dei costi.
La registrazione senza carta: il Ministero italiano ci crede
Sin da quando il Dipartimento che si occupa dell'autorizzazione all'immissione in commercio dei prodotti fitosanitari si è trasferito, assieme a tutti gli altri settori del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, nella nuova e avveniristica sede di via Ribotta, l'obiettivo di ridurre il più possibile la carta nella gestione documentale è sempre stato in cima alle priorità delle autorità. Nonostante le leggi attualmente in vigore non siano ancora state adattate in pieno alla “rivoluzione digitale” con alcuni semplici accorgimenti quali la sostituzione delle marche da bollo (diventate tristemente famose con la vicenda Parmalat) con altri sistemi di pagamento di più agevole gestione e tracciabilità, nella sua circolare del 20 novembre scorso il Ministero sembra aver voluto dare il colpo di grazia alla carta: il provvedimento prevede infatti che i titolari di domande di autorizzazione supportate da documentazione semplificata (che per la sua limitata corposità veniva di solito presentata in formato cartaceo) la ritrasmettessero all'amministrazione in formato elettronico, azzerando di fatto tutto l'arretrato e fornendo l'impulso decisivo alla virtualizzazione dell'intero meccanismo. Ovviamente non saranno tutte rose e fiori: ora che la carta è stata sostituita dai CD, che come la carta mantengono una connotazione tipicamente materiale (prendono meno spazio, ma vanno gestiti come i fascicoli cartacei), occorrerà completare la “rivoluzione” eliminando il più possibile i passaggi intermedi. Forse l'adozione della Posta Elettronica Certificata, che consente di inviare alla Pubblica Amministrazione e-mail con valore legale, equivalenti a raccomandate con ricevuta di ritorno, permetterà un ulteriore salto di qualità.
La divulgazione in Internet: Italia, il paese dei database
Banche dati prodotti autorizzati
Tra i non numerosissimi primati che l'Italia vanta a livello europeo e mondiale vi è indubbiamente il numero di siti che permettono di accedere all'elenco dei prodotti fitosanitari autorizzati. Oltre ai nostri siti di Image Line Network, impresa privata che per prima ha creduto nelle potenzialità prima del pc e poi di Internet anche in agricoltura, l'offerta di informazione italiana comprende il sito istituzionale del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, recensito anche nel nostro recente articolo sulla trasparenza, il portale del CRA (Centro di Ricerca per la Patologia Vegetale, ex Ispave) e il Pestidoc dell'ICPS (International Centre for Pesticides and Health Risk Prevention). Esisteva anche un sito apposito dell'ex Ministero dell'Agricoltura, successivamente confluito nel sito del CRA.
Dichiarazioni di vendita
E torniamo al tema della rilevazione dei dati di vendita, da cui siamo partiti. L'Italia ha il record europeo e forse mondiale del paese che da più tempo adotta un sistema di rilevazione delle vendite dei prodotti fitosanitari: questo adempimento esiste sin dall'inizio degli anni '90 (per la precisione dal 1991) e il SIAN (Sistema Informativo Agricolo Nazionale) ha una quantità di dati impressionante: anche se mancano le rilevazioni dell'utilizzo, i reports pubblicati hanno un notevole livello di dettaglio: si arriva al singolo formulato a livello provinciale e vengono mantenuti ben cinque anni di dati “in linea”. Accedendo al sito oggi è infatti possibile accedere alle rilevazioni che vanno dal 2002 sino al 2007, anche se la fruibilità delle informazioni potrebbe essere notevolmente migliorata: la consultazione dei dati relativi ai formulati, per esempio, sembra più una caccia al tesoro che l'accesso a un moderno database. Probabilmente il regolamento sulle statistiche dei pesticidi potrà far molto in questo senso, prevedendo un formato armonizzato europeo per la divulgazione dei dati raccolti.
Prossimi sviluppi
Troveremo su E-Bay anche agrofarmaci italiani?
Su internet si può comprare di tutto, e gli agrofarmaci non fanno eccezione. L'Italia, leader mondiale nella divulgazione su internet dei dati di vendita degli agrofarmaci, è invece abbastanza indietro nell'utilizzo della rete per la vendita stessa, causa l'incompatibilità tra i termini di pagamento caratteristici dell'e-commerce (pagamento anticipato o contrassegno) e i tre-sei mesi normalmente impiegati da un rivenditore (sia un commerciante di antiparassitari che ha venduto un agrofarmaco che un agricoltore che ha conferito la sua merce) per riscuotere il suo credito. Altra complicazione intrinseca è la pericolosità della stragrande maggioranza degli agrofarmaci, che impone adempimenti addizionali rispetto a chi commercializza altre tipologie di merce. Anche se da tempo la normativa sui preparati pericolosi contempla la vendita a distanza, i limitati quantitativi di pesticidi venduti tramite e-commerce riguardano prevalentemente prodotti per uso non agricolo e soprattutto privi di classificazione di pericolosità.
Si potranno fare le domande di registrazione completamente su Internet?
Magari non sarà possibile trasmettere un intero dossier tramite internet, ma accedere alla situazione della propria pratica, osservare in tempo quasi reale l'andamento della valutazione dei vari aspetti del dossier è una cosa già possibile in Germania e in forma meno tempestiva anche in Francia e nel Regno Unito. Le intenzioni delle autorità italiane sembrano molto buone: è sicuramente solo una questione di tempo.
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