"Il 'no' degli italiani al riavvio del programma nucleare impone al Governo di ridisegnare al più presto l'intera politica energetica del Paese, puntando sulle fonti rinnovabili. E l'agricoltura dovrà essere una delle protagoniste di questa 'rivoluzione verde', soprattutto con l'ulteriore sviluppo delle biomasse". 

A sostenerlo è la Cia, Confederazione italiana agricoltori nel rilevare come "la produzione di energia derivante dall'utilizzo delle biomasse legnose, di pellet, cippato e delle potature di colture arboree, più in generale dagli scarti di agricoltura, allevamento e industria non solo è a 'emissione zero', ma è anche economicamente competitiva, dal momento che arriva a costare meno della metà dei combustibili fossili. Senza contare che è molto più stabile e indipendente dalle fluttuazioni del mercato".

"Ogni anno oltre 20 milioni di tonnellate di biomasse legnose vengono destinate alla produzione di energia (termica o elettrica) e solo in Italia questa scelta ha fatto risparmiare all'ambiente 24 milioni di tonnellate di Co2. Per le aziende agricole, che producono continuamente materia prima per l'industria di conversione energetica da biomasse, si tratta di un'opportunità straordinaria - aggiunge la Cia - tenuto conto che il business dell'energia pulita è destinato a quintuplicarsi nei prossimi dieci anni".