La ticchiolatura è la più grave e diffusa malattia crittogamica del melo. È in grado di causare danni rilevanti su foglie, frutti, fiori ed a volte anche sui rametti. Sui frutti si manifestano piccole macchie nerastre che col tempo evolvono in vere e proprie necrosi deformanti e fessurazioni. La conseguenza è un danno commerciale, anche ingente. Questa malattia è causata dal fungo Venturia inaequalis e si manifesta in primavera in presenza di piogge frequenti. Sul web site della Regione Emilia Romagna ulteriori informazioni su sintomi, biologia e epidemiologia. Fino ad oggi l'unica tecnica di difesa è stata chimica, basata sull'utilizzo di prodotti ad azione preventiva.
Questi vengono posizionati subito prima di eventuali piogge "infettanti" e integrati, in caso di necessità, da trattamenti curativi con prodotti ad azione retroattiva. Questi trattamenti permettono di bloccare l'infezione entro un certo numero di ore dal suo inizio. Il problema viene di fatto ridotto ma non risolto completamente: in questo modo è necessario eseguire diversi interventi in un anno (si può arrivare anche a 15-18). E non dimentichiamo che nell'arco degli anni si è evidenziata una certa diminuzione della sensibilità del fungo all'uso degli agrofarmaci, strobilurine specialmente (Brunelli et al., 2005).
Per evitare questo la ricerca si è attivata, già da anni, per ottenere varietà resistenti alla ticchiolatura che abbiano nel proprio Dna la capacità di resistere naturalmente a questa avversità. "Queste varietà sono frutto di un lungo e minuzioso lavoro - spiega Mario Tabarelli, titolare dell'azienda Tabarelli Vivai - realizzato con il miglioramento genetico tradizionale, che comporta l'incrocio e il reincrocio di varietà fino a quando non si ottiene quella con la caratteristica desiderata. Ad oggi sono diverse le varietà resistenti o tolleranti. Questo aspetto della resistenza alle malattie è fondamentale se guardiamo al presente e al prossimo futuro. L'innovazione varietale e la sostenibilità ambientale devono andare di pari passo. Avere piante capaci di difendersi da sole dalle malattie è importante; il Pianeta e noi che ci viviamo ne potremmo beneficiare sia in modo diretto che indiretto. Pensate solo a quanti trattamenti in meno potremmo fare e quanto carburante in meno potremmo usare".
"Abbiamo da sempre promosso le caratteristiche della mela Golden Orange*, Golden simile molto interessante - prosegue Tabarelli -. Si raccoglie in autunno (+6 giorni da Golden Delicious) e può essere consumata da novembre a febbraio. È interessante per diversi ambienti colturali sia montani che di pianura, è resistente alla ticchiolatura, mediamente sensibile all'oidio e discretamente tollerante nei confronti degli afidi. Il frutto presenta pezzatura medio grossa, forma da medio conica a medio conica globosa, buccia di colore di fondo verde giallo e sovraccolore con leggera sfaccettatura rosa (nella parte esposta) estesa fino al 30-40% della superficie. La polpa appare invece di colore bianco, medio fine tessitura, discreta compattezza, buona succosità e di buon sapore, caratterizzato da gusto dolce acidulo e intenso aroma". Sempre tra le varietà resistenti alla ticchiolatura i Vivai Tabarelli segnalano Topaz*, varietà autunnale di stampo "antico", Red Free*, varietà estiva e Red Delicious simile. Da segnalare che il mercato negli ultimi anni ha premiato sempre di più le mele di colore rosso, soprattutto se uniforme. Quest'anno però si segnala un ritorno d'interesse anche per le mele gialle, tipologia Golden Delicious, e per le mele rosse striate, ad esempio Gala Schniga®.
L'azienda Tabarelli Vivai produce portinnesti di melo e pero in quantità importante: M9, M26, M106, M111, BA29 e Adams nei calibri per gli usi vivaistici più diversi. Sono tutti garantiti e certificati sanitariamente. È inoltre socio Covift, Consorzio Vivaisti Frutticoli Trentini, nato nel 1982, che associa tutti i vivaisti frutticoli che operano in provincia di Trento. I Vivai Tabarelli propongono diverse tipologie di piante ai propri clienti e agricoltori, allo scopo di rendere un service efficiente e professionale. Le selezioni sono proposte in base al numero dei rami pronti per la produzione (brindillato, da 3 a 5, da 5 a 7, da 7 a 9, più di 9) e con lunghezza minima. L'inserzione dei rami sull'asta centrale è eseguita con un angolo molto aperto con opportuni accorgimenti nell'allevamento in vivaio. "Produciamo sia piante knip che astoni - conclude Tabarelli -. Gli astoni sono piante sviluppate dall'innesto nell'agosto dell'anno precedente a circa 20 centimetri da terra. I primi rami presenti sono a 65 centimetri. Le piante knip sono già innestate al primo anno d'impianto. Nell'annata successiva sono tagliate a circa 60 centimetri da terra con successivo sviluppo dei rami utili alla produzione sulla nuova cacciata. Pianta particolarmente adatta ad una produzione precoce".