Il Cinipide galligeno del castagno, unitamente ad un deciso eccesso di piovosità estiva, ha dato un colpo terribile alla castanicoltura meridionale, che in Campania ha il suo epicentro nelle provincie di Avellino, Caserta e Salerno.
Al punto che il 9 febbraio scorso l’assessore all’agricoltura della Campania, Daniela Nugnes – a fronte di un calo produttivo stimato del 90% sul potenziale regionale di circa 30mila tonnellate - aveva portato in giunta e fatto approvare un provvedimento per chiedere al Governo la dichiarazione dello stato di calamità per avverse condizioni meteo per il comparto castanicolo.

In attesa che il governo faccia sì che anche le colture colpite da fitopatie possano attingere al Fondo nazionale di solidarietà, sulla scia del caso Xylella fastidiosa, l’epidemia che ha colpito le superfici olivetate del Salento, novità pervengono dal Tavolo nazionale della frutta secca, che è stato convocato per il prossimo 22 aprile al ministero per le Politiche agricole.

Dalla segreteria politica del ministro Maurizio Martina, Corrado Martinangelo, che coordina il tavolo, dichiara ad AgroNotizie: “Siamo riusciti ad ottenere che Agea valuti gli aiuti ad ettaro sul primo pilastro della Pac anche per i castagneti da frutto e sulla base della dichiarazione resa dall’agricoltore sulla natura dell’impianto, sia esso da frutto o da legna”.
“La castagna – prosegue Martinangelo - che non era presente nei regimi di aiuto della Pac in quanto frutto, viene così a beneficiare delle stesse linee di intervento a superficie previste per il nocciolo”.

Rilevante per la Campania questo primo aiuto, che giunge dopo mesi di sofferenza del comparto, e in attesa che si sblocchi il fronte del Fondo di solidarietà perle calamità naturali e le linee di intervento legate al prossimo Psr Campania 2014 - 2020. La superficie castanicola campana coinvolta dall'infestazione del Cipinide del castagno è stimata in 35.000 ettari pari a circa il 66% dei 53.200 ettari calcolati a castagno. I Comuni in cui sono stati ritrovati focolai del cinipide sono 118.

Il castagno riveste una rilevanza economica e sociale notevole in molte aree collinari e montane della Campania, dove svolge un ruolo fondamentale, oltre che per la produzione dei frutti e del legno, anche per il presidio del territorio e per la salvaguardia dell’assetto ambientale e idrogeologico.
Oltre il 50% della produzione potenziale nazionale di castagne è campana e detta quota  - 30 mila tonnellate - rappresenta , secondo Unioncamere, circa il 10% della produzione mondiale.

Le oltre 5.000 aziende agricole impegnate nella fase di produzione e le 25 aziende di trasformazione rappresentano una filiera produttiva da primato. Non a caso le aziende di trasformazione e commercializzazione rappresentano il più importante distretto industriale castanicolo d’Europa. Nel 2008 queste aziende avevano superato i 100 milioni di euro di fatturato, con una quota di export pari a circa il 40%. Gli addetti, in queste imprese, sono oltre 2000.