“Il marchio Dop” hanno dichiarato i rappresentanti delle associazioni agricole di categoria “rappresenta un riconoscimento importante per decine di aziende che hanno scelto la strada difficile della produzione di qualità e che oggi sono fortemente preoccupate dall’ingresso sul mercato europeo e italiano dei risi asiatici”. La produzione di riso a denominazione di origine protetta interesserà i territori di ventotto comuni a cavaliere tra le province di Biella e di Vercelli; una porzione significativa di quella grande area risicola che si estende per circa 200.000 ettari tra il Piemonte e la Lombardia e che fa dell’Italia il primo produttore europeo di riso (50% della produzione dell’Unione europea secondo i dati del censimento Istat 2001).
Le varietà di riso di Baraggia biellese e vercellese che potranno fregiarsi del marchio Dop sono sette, alcune delle quali già note ai consumatori italiani: Sant’Andrea, Loto, Gladio, Carnaroli, Barilla, Baldo e Arborio. La produzione stimata di riso Dop dovrebbe aggirarsi su un milione e 200.000 tonnellate annue a fronte di una produzione complessiva delle province di Biella e Vercelli che si attesta sui quattro milioni di tonnellate (dati Istat 2001).
Il Comitato scientifico della Comunità europea si è espresso sul riso di Baraggia sottolineandone “l’eccezionale specificità della zona di produzione con riferimento alle peculiarità del territorio”. Un territorio dove la coltivazione del riso, praticata fin dal tardo Medioevo, ha lasciato tracce profonde nel paesaggio e nel vissuto delle comunità locali ma che ha sempre sofferto di una certa marginalità dal punto di vista socio-economico. La richiesta del marchio di denominazione di origine protetta è stata promossa da un’associazione di produttori risicoli che si è costituita apposta alla fine degli anni Novanta. Ha partecipato a questo progetto anche il Consorzio di bonifica della Baraggia, l’ente che gestisce il complesso sistema irriguo della piana risicola piemontese.
Questa iniziativa di promozione del riso di Baraggia avrà un doppio obiettivo. Il primo è quello di attestare la qualità del prodotto e di farlo diventare riconoscibile dal consumatore. In secondo luogo la presenza del riso Dop innescherà un nuovo processo di sviluppo basato su metodi di coltivazione sostenibili, recupero ambientale, produzione di energia da fonti rinnovabili. L’associazione di produttori e il Consorzio di bonifica della Baraggia hanno infatti allo studio la costruzione di un centro agroalimentare per la lavorazione e la commercializzazione del riso; annesso al centro verrà realizzata una centrale a biomassa per la produzione di energia elettrica attraverso la combustione della lolla e della paglia di riso. Una testimonianza concreta di come, nell’economia globale, un semplice marchio di qualità possa rappresentare la differenza tra sviluppo e declino per un territorio agricolo marginale.
Articolo tratto dalla Newsletter della Rappresentanza in Italia della Commissione europea
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Fonte: Commissione europea