Internazionalizzazione in primo piano alla 41esima edizione di Eima International, la rassegna mondiale della meccanizzazione agricola organizzata dalla Federazione italiana dei costruttori FederUnacoma, che apre oggi alla fiera di Bologna e che si concluderà domenica 16.

La manifestazione vede crescere ulteriormente la propria caratura internazionale con riferimento sia alla presenza di industrie espositrici estere, che hanno già raggiunto il dato record di circa 600 sulle 1.800 complessivamente presenti alla rassegna, in rappresentanza di 44 Paesi, sia in riferimento alla partecipazione di visitatori e di delegazioni ufficiali.

Nella scorsa edizione (novembre 2012) i visitatori stranieri sono stati oltre 32 mila, sui 196 mila totali, provenienti da 120 Paesi, ma ci sono le premesse perché questo risultato possa essere superato nell’edizione di quest’anno. Le delegazioni estere ufficiali saranno oltre 60, composte da operatori economici, tecnici dell’agricoltura e della meccanizzazione, funzionari governativi e politici, interessati a conoscere la migliore produzione mondiale per ogni lavorazione e per ogni tipo di agricoltura. Dall'Albania al Senegal, dal Mozambico al Libano, dall'Egitto al Kosovo, fino all’India e alla Cina, le delegazioni saranno impegnate, nei cinque giorni della rassegna, in un fitto calendario di incontri con le aziende italiane per presentare le specifiche esigenze di meccanizzazione.

Oltre alle sessioni di lavoro volte alla cooperazione tecnica ed economica, FederUnacoma ha in agenda un dettagliato programma di eventi “business to business”, organizzati d'intesa con l'Ice, Unido e Istituto agronomico mediterraneo Iam, che vede il coinvolgimento delle industrie presenti e di delegati soprattutto dell’Africa, del Paesi Bric, dell’Europa Orientale, del Medio e dell’Estremo Oriente. Nel contesto delle iniziative “B2B” si inserisce anche una “tre giorni tematica”, dedicata alle opportunità d’affari offerte da alcuni Paesi target in Asia e Oceania, dove la domanda di tecnologie per l’agricoltura è in netta crescita.

Si parte mercoledì 12 novembre con un seminario di approfondimento sul mercato australiano, dove le macchine agricole made in Italy sono particolarmente apprezzate, seguito da un meeting al quale è prevista anche la partecipazione di una delegazione neozelandese. Giovedì 13 riflettori puntati sulla domanda di tecnologie per l'agricoltura in Iran; mentre venerdì 14 novembre Eima International apre una finestra sulla meccanizzazione del Sud Est Asiatico con un focus sui Paesi Asean (Indonesia, Malesia, Myanmar, Thailandia). Di particolare interesse, infine, il Focus sul tema “Egitto: opportunità e cooperazione per lo sviluppo sostenibile della meccanizzazione agricola” previsto per venerdì 14 novembre pomeriggio.

Trattrici: mercato mondiale a quota 2 milioni di unità
Non deve stupire la massiccia presenza di buyer stranieri alla manifestazione bolognese, visti gli alti volumi di vendite che hanno caratterizzato il 2013. I dati sono stati presentati durante la conferenza stampa di presentazione dell'evento, organizzata da FederUnacoma. Il mercato mondiale delle trattrici chiude il 2013 con un volume di vendite pari a 2 milioni di unità (+10% rispetto al 2012), e si prevede manterrà anche nell’anno in corso livelli molto elevati. 

Dopo un 2013 che ha visto l’India confermarsi come il maggiore mercato in assoluto con un assorbimento di 620 mila trattrici, che ha visto un balzo in avanti della Cina con 584 mila macchine (+42%), e che ha registrato un progresso anche sui mercati europeo e statunitense, entrambi con incrementi del 2% a fronte rispettivamente di 138 mila e 94 mila macchine immatricolate, il primo semestre 2014 delinea una situazione non dissimile in termini di volumi complessivi.

Sulla spinta di un’economia agricola che dovrebbe raggiungere nell’anno una produzione record per il frumento (718 milioni di tonnellate) e per le oleaginose soia, girasole e colza (422 milioni di tonnellate), il mercato delle trattrici ha segnato nel primo semestre dell’anno incrementi in India (+4% rispetto al primo semestre 2013), Stati Uniti (+4), e in Paesi emergenti come la Turchia (+14%); mentre l’Europa comunitaria frena, con un -5%, e la Cina registra una contrazione dell’8%, da considerare fisiologica dopo il formidabile incremento dell’anno scorso. La compensazione fra l’andamento positivo di alcuni mercati e la flessione di altri dovrebbe confermare, a fine anno, i volumi raggiunti nel 2013, anche in considerazione della domanda emergente in Paesi dell’Estremo Oriente, dell’America Latina, dell’Oceania.
Al mercato delle trattrici si affianca quello, amplissimo, delle altre tipologie di macchine, da quelle per la raccolta dei prodotti a quelle per la lavorazione del terreno, per i trattamenti e per ogni altra funzione agricola.

"In questo quadro – ha spiegato il presidente di FederUnacoma Massimo Goldonil’industria italiana mantiene un ruolo di primo piano, potendo vantare alti livelli produttivi e una notevole presenza sui mercati esteri. A fine anno si stima che la produzione del Paese raggiungerà un valore pari a 7,83 miliardi di euro (+1%) – dei quali 2,26 miliardi relativi alle trattrici, 0,78 miliardi relativi alle trattrici incomplete e parti, e 4,79 miliardi riferiti all’insieme degli altri macchinari agricoli e delle attrezzature – tornando su livelli prossimi a quelli che aveva nel 2008 (8,2%) prima della crisi economica internazionale".

L’esame delle varie tipologie di macchine rivela, tuttavia, un andamento della produzione differenziato: in crescita sono le trattrici incomplete e le macchine agricole (rispettivamente +2,77% e +2,81%), mentre in calo risultano le trattrici finite, che dovrebbero segnare a conclusione d’anno una flessione del 3,42%.

"Questo negativo andamento della produzione di trattrici è legato alla flessione delle esportazioni, dovuta al calo della domanda sul mercato europeo e soprattutto sul mercato francese, che costituisce il maggiore sbocco per le esportazioni italiane del settore e che registra nei primi nove mesi un decremento del 24% - ha commentato Goldoni - Il calo verificatosi per le trattrici è comunque compensato dall’incremento avutosi per le altre tipologie di macchine e attrezzature – soprattutto sul mercato Usa, dove le esportazioni di macchine e attrezzature italiane risultano in crescita nel primo semestre dell’anno del 23,3% - così che il dato complessivo dell’export si prevede ancora in crescita a fine 2014 (+2%), in continuità con l’andamento sempre positivo degli ultimi anni".

Mercato Italia ancora in calo
Nello scenario mondiale della meccanizzazione agricola l’Italia rappresenta un paradosso: alti volumi di produzione e di esportazioni, grave crisi sul mercato interno.

Se il fatturato e l’export risultano in crescita, con un incremento previsto a fine anno rispettivamente dell’1% e del 2%, l’andamento delle immatricolazioni sul mercato nazionale, nei primi dieci mesi di quest’anno, indica una flessione dell’1,7% per le trattrici (in ragione di 16.127 macchine immatricolate), un passivo del 25% per le mietitrebbiatrici (314 unità), un saldo negativo anche per le trattrici con pianale di carico-motoagricole (-2,5%, a fronte di 810 unità) e per i rimorchi (-2,4% a fronte di 8.369 unità) confermando il trend recessivo degli ultimi anni.
In un quadro così critico va registrata la ripresa del mercato delle macchine per il giardinaggio e la cura del verde, che vede nei primi nove mesi dell’anno una crescita complessiva dell’11%, legata in particolare al buon andamento delle vendite di rasaerba e trattorini.

Le ragioni del crollo della domanda di macchinario agricolo – ha sostenuto Goldoni nel corso della conferenza stampa – sono nei numeri stessi dell’agricoltura italiana, che vede le superfici medie aziendali molto ridotte, e le dimensioni economiche ancora più ridotte, se è vero che il 61% delle imprese agricole (pari a poco meno di un milione) ha una produzione standard inferiore agli 8 mila euro annui, quindi un’estrema difficoltà a sopravvivere in assenza di redditi integrativi extra-aziendali o trasferimenti pensionistici, e a maggior ragione a investire per l’acquisto di macchinari”.

Mai come in questo momento – ha concluso Goldoni – è necessario che si mettano in campo strategie d’emergenza specifiche per il settore primario, quelle che puntano a sostenere la multifunzionalità delle aziende quindi l’ampliamento delle opportunità di reddito soprattutto con le funzioni di manutenzione del territorio e  prevenzione del dissesto, e quelle che puntano a finanziare, con strategie di lungo periodo, filiere con sicuri sbocchi di mercato. Prime fra tutte quelle bioenergetiche".

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