Nella tradizionale conferenza stampa di presentazione di Eima International, tenutasi ieri a Bologna, il presidente di FederUnacoma Massimo Goldoni ha mostrato un quadro confortante per l'industria della meccanizzazione agricola, un settore che fattura oltre 10 miliardi fra macchine complete e parti staccate, che si conferma come uno dei punti di forza del made in Italy.

Prodotti di alta tecnologia, capaci di adattarsi a tutti i sistemi agricoli del pianeta, nonostante i principali mercati di riferimento restino quelli delle agricolture più avanzate, dalla Francia alla Germania, dalla Spagna agli Stati Uniti, oltre ai Paesi emergenti del vicino ed estremo oriente.
Se l'industria italiana produce in larga misura per l'esportazione, il mercato interno mostra una grave involuzione, con una ormai fisiologica contrazione dei volumi di vendita. Ma, come ha osservato Goldoni, con una redditività inferiore ad 8.000 euro, che interessa il 61% delle nostre aziende agricole, le prospettive sembrano critiche anche per il futuro.

"Solo le imprese agromeccaniche - ha sottolineato il presidente di FederUnacoma - manifestano ancora una sorprendente propensione all'innovazione, specie sulle macchine di alta gamma e su quelle da raccolta".

Nel corso del dibattito, il vice presidente di Unima, Gianni Dalla Bernardina, ha sollecitato una riflessione sul ruolo svolto dal contoterzismo nello sviluppo della meccanizzazione agricola, sia in Italia che in Europa.

Goldoni ha riconosciuto alle imprese agromeccaniche un notevole dinamismo ed  una grande professionalità, sottolineando il fatto che, da veri imprenditori, gli agromeccanici hanno fatto della  capacità di innovare il proprio punto di forza.

Una categoria che un tempo rivestiva un ruolo marginale, ma che ha saputo crescere adattandosi alle esigenze delle aziende agricole, assumendo un peso crescente anche sul mercato, al punto di divenire un elemento inscindibile del sistema produttivo agricolo.
Goldoni ha ricordato come le esigenze di produttività e di efficienza richieste dagli agromeccanici  diano un impulso significativo allo sviluppo ed all'evoluzione tecnica delle macchine, concludendo che il contoterzismo, se fatto bene, è un fattore di progresso per tutto il settore primario.

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