Queste righe le scriviamo a circa 38°, che in Pianura Padana significano una temperatura percepita ben più alta. Il cambiamento climatico certo ci mette del suo, ma soprattutto nelle aree urbane l'uomo fa di tutto, ma veramente di tutto, per peggiorare la situazione. Dalle immani aree asfaltate, alla presenza di milioni di veicoli e macchinari di ogni genere che producono incessantemente calore, alla totale assenza in vaste aree di un qualsiasi organismo vegetale.
Il risultato, non molti lo sanno, è un numero inenarrabile di morti. Per effetto del grande caldo del 2022, in Italia (l'estate più calda mai registrata in Europa, +2,28 °C sulla media storica) sono decedute 18.010 persone. L'Italia in quel periodo (30 maggio-4 settembre 2022) fu il paese più colpito in Europa, con 295 decessi per milione di abitanti contro la media europea di 114 (Fonte: Nature Medicine).
A questo punto cominciamo a incrociare le dita sperando che l'estate 2025 non vada a bissare quella 2022. È però molto importante capire che bisogna iniziare ad agire per cercare di rimediare a un fenomeno da ritenersi senza alcun dubbio endemico.
La soluzione però esiste, è semplice e ha molto a che fare con l'agricoltura: soprattutto nelle aree urbane bisogna piantare alberi – a migliaia, a milioni. È una soluzione che costa poco ed è estremamente efficiente: una siepe tripla di alberi e cespugli costa forse un ventesimo di quegli alti pannelli che vediamo oggi affiancare le principali strade e ferrovie, è fonoassorbente come questi ma produce ombra, assorbe CO2, elimina le polveri sottili e, last but not least, può essere anche bella e quindi migliorare lo squallido ambiente urbano.
Produrre alberi è un atto squisitamente agricolo: iniziamo a organizzarci.