In breve
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Il Ceta, il riso da Est, adesso il Mercosur. Non sempre le scelte di Bruxelles sono comprensibili. A farne le spese molti settori, dallo zucchero agli agrumi.
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Bruxelles vorrebbe poi imporre l'abolizione dell'origine delle materie prime dalle etichette.
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Follie climatiche che alternano temperature bollenti e violenti temporali. Frutta e ortaggi le colture più danneggiate.
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Prezzi in caduta libera per albicocche e pesche e gli agricoltori protestano regalando frutta nelle piazze.
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L'Italia ai primi posti in Europa nel settore ortofrutticolo, ma ora non basta più produrre eccellenze, occorre efficienza e organizzazione sul piano commerciale.
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Sharka, cimice asiatica, nottua gialla e l'inarrestabile Xylella sono le fitopatologie delle quali si parla in questi giorni.
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Sulle quote latte interviene anche la magistratura europea per denunciare errori ed è subito un rinfocolarsi delle polemiche.
Questi sono solo alcuni degli argomenti incontrati sui quotidiani in edicola in questi ultimi giorni. Vediamoli più in dettaglio di seguito.
Attenti a quegli accordi
Ci sono occasioni nelle quali diventa difficile comprendere le linee seguite dalla politica agricola comunitaria.Fra queste la riapertura alle agevolazioni all'import di riso da alcuni paesi asiatici, questa volta dal Vietnam, dopo che si era ottenuto lo stop, a costo di aspre polemiche, alle importazioni a dazio zero da altri paesi della stessa area.
Come se non bastasse, dalle importazioni da Est ora si passa a quelle provenienti da Ovest, al di là dell'Oceano.
Accade con l'intenzione di siglare un'intesa con i paesi dell'America Latina che si riconoscono nella sigla Mercosur (Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay e Venezuela).
Certo, non mancano i vantaggi, a scapito tuttavia di alcune produzioni mediterranee, cosa che ha sollevato le preoccupazioni di molti paesi, Italia in testa.
Se ne parla il 29 giugno sul "Corriere della Sera" per evidenziare da una parte le opportunità di un mercato allargato a quasi 800 milioni di consumatori, che si contrappone tuttavia con le critiche espresse il giorno seguente da "Libero", che paventa l'ingresso sui nostri mercati di cibi pericolosi.
Sulla stessa scia "Il Messaggero", che mette in luce le criticità per alcune produzioni agricole italiane, mentre "Il Sole 24 Ore" conferma che l'accordo consentirà risparmi per circa 4 miliardi di euro e che prevederà tutele per i settori più sensibili.
Di diverso avviso "La Stampa" del 30 giugno che esprime timori per il ridotto numero di prodotti tutelati, appena il 10%, mentre potrebbero esserci pesanti ripercussioni per il settore avicolo e poi per lo zucchero e per gli agrumi.
Si continua sullo stesso tono il primo luglio ancora sulle pagine de "La Stampa", mentre il 3 luglio sembra tornare sui suoi passi "Il Sole 24 Ore", confermando che l'accordo fra Ue e Mercosur potrebbe avere ripercussioni negative su pasta, salumi e formaggi italiani.
Analoga la visione del problema da parte francese e il Copa Cogeca dalle pagine de "Le Figaro", paragona l'accordo al vaso di Pandora dal quale si scatenerà una concorrenza distruttiva.
Fra le decisioni "poco comprensibili" che giungono da Bruxelles, vi è infine quella che riguarda l'etichettatura degli alimenti.
Stando a quanto scrive "Libero" del 29 giugno, c'è chi vorrebbe imporre all'Italia di mettere fine alle regole che impongono di indicare la provenienza della materia prima.
Clima pazzo
In attesa di conoscere come si concluderà questo accordo di scambio commerciale, gli agricoltori fanno i conti con i danni causati da un clima che alterna bolle di calore a fortunali con vento e grandine."Il Gazzettino" del 28 giugno si occupa dei danni che nel padovano sono stati causati dalle temperature elevate, le cui conseguenze si fanno sentire su frutta e ortaggi.
In Emilia Romagna i problemi arrivano dalle grandinate, come quella descritta dalla "Gazzetta di Modena" del 29 giugno.
Nemmeno salendo di quota ci si salva dalle ondate di calore e "L'Adige" del 2 luglio descrive i danni subiti da patate e fragole nelle Giudicarie per colpa del caldo eccessivo.
Ancora su "L'Adige", del 3 luglio in questo caso, si fanno i conti con i danni conseguenti questa volta alle grandinate che si sono abbattute in Val di Non, area di elezione per i meleti.
Scendendo in pianura, la "Gazzetta di Mantova" parla di danni causati dal maltempo per circa il 40% delle coltivazioni.
Prezzi "da fame"
Dove non ha colpito il maltempo, sono i bassi prezzi di mercato a mettere in difficoltà gli agricoltori.Accade in particolare per pesche e albicocche coltivate nel Mezzogiorno, dove i prezzi sono scesi a livelli tali da rendere non conveniente la raccolta.
Se ne parla il 30 giugno su "Il Mattino" per raccontare l'iniziativa degli agricoltori campani che per protesta hanno regalato le albicocche nelle piazze e anche ai passeggeri degli aliscafi.
Non va meglio per le pesche prodotte a Nord, e "L'Arena" del 3 luglio prende in esame le difficoltà di mercato vissute nel veronese, dove oltre ai prezzi bassi bisogna aggiungere le conseguenze del clima e gli attacchi dei patogeni.
Spesso alla base di queste crisi ci sono carenze nell'organizzazione commerciale.
E' quanto sostiene Paolo De Castro nell'intervista rilasciata a "Il Resto del Carlino" del 28 giugno, ponendo l'accento sulla necessità di accompagnare le produzioni di eccellenza con strumenti capaci di imporsi sul mercato.
Tanto più indispensabile se si tiene conto che l'Italia può vantare in Europa una posizione di primo piano nel segmento ortofrutticolo, come evidenzia sempre "Il Resto del Carlino".
Patogeni in agguato
A complicare la già difficile situazione di mercato delle albicocche si aggiungono per quella tipica del Vesuvio gli attacchi della Sharka, argomento del quale si parla il 29 giugno su "Il Mattino".Proseguono le ricerche per combattere la cimice asiatica e nel centro universitario di Arcagna, nel lodigiano, si sperimenta la selezione di insetti antagonisti, come si apprende da "Il Cittadino" del 2 luglio.
Proseguono gli studi anche per la messa a punto di piante più resistenti ai patogeni e pertanto meno bisognose di interventi con agrofarmaci.
Ne parla nell'intervista raccolta da "Il Salvagente" del 2 luglio, Luigi Frusciante, dell'Università di Napoli.
Una ricerca, questa dell'ateneo campano, che dovrebbe dare soddisfazione ai movimenti "no-agrofarmaci", talmente convinti della bontà delle loro idee da boicottare la candidatura del Prosecco a patrimonio Unesco. Colpa dell'"uso intensivo di pesticidi", così si legge il 4 luglio su "Il Manifesto".
Ancora su "Il Manifesto" un ampio servizio va a sostegno della campagna promossa da Coop per distribuire frutta prodotta senza utilizzare erbicidi come il glifosate.
Occhi puntati nel piacentino alla nottua gialla, che in questo periodo può rappresentare una preoccupazione per le colture di pomodoro da industria, come evidenzia "La Libertà" del 3 luglio.
Parlando di fitopatologie non poteva mancare all'appello la Xylella, della quale scrive il "Nuovo Quotidiano di Lecce" a proposito della presenza del patogeno negli oleandri e dei ritardi degli interventi.
Una breve notizia pubblicata il 3 luglio dalla "Gazzetta del Mezzogiorno", informa tuttavia che nell'area Nord di Bari hanno preso il via le azioni di monitoraggio per contenere la diffusione della Xylella.
Quote latte, ancora loro
Continua ad essere alta l'attenzione per le nuove vicende sulla gestione delle quote latte, questa volta finite nel mirino della Corte di giustizia europea.Stando alle anticipazioni di "Italia Oggi" del 28 giugno si paventa la possibilità, pur improbabile, che sia necessario rifare i conti dal 1994 al 2003.
Secondo "Il Messaggero" la sentenza della Corte, che conferma alcuni errori dell'Italia nell'applicazione del regime delle quote, aprirebbe la via alla richiesta di danni da parte degli allevatori.
Sulla vicenda interviene dalle pagine della "Nuova Venezia" del 29 giugno l'assessore all'Agricoltura del veneto, Giuseppe Pan, per chiedere che sia dato uno stop agli esattori che dal 15 luglio potrebbero consegnare le cartelle esattoriali alle stalle non in regola con le multe.
Notizie dal "Palazzo"
Apprezzata dai produttori l'approvazione alla Camera della legge che mette fine al metodo delle "aste al ribasso" per i prodotti alimentari.Ora, come scrive "La Stampa" del 28 giugno, occorre attendere il via definitivo dopo l'approvazione anche da parte del Senato.
C'è già l'accordo in Conferenza Stato-Regioni, scrive "Italia Oggi" del 4 luglio, per due decreti del dicastero agricolo per l'automazione delle dichiarazioni di vendemmia e di produzione vinicola, una sorta di "pre-compilata" che nelle intenzioni dovrebbe facilitare gli adempimenti richiesti agli operatori del settore.
Nella stessa seduta anche il via libera per gli incentivi agli investimenti proposti dai distretti del cibo.
Dovranno aspettare ancora un po', si legge ancora su "Italia Oggi", gli avicoltori che hanno subìto danni a causa dell'influenza aviaria.
I pagamenti erogati da Agea slittano infatti dal 30 giugno al 30 settembre.