Un'altra annata difficile si prospetta all'orizzonte per l'olio toscano. A far preoccupare è il freddo di febbraio e marzo, oltre alle ripercussioni della siccità della scorsa estate.

A lanciare l'allarme è FedAgriPesca di Confcooperative Toscana che stima un calo nella produzione di circa il 20% o anche di più, soprattutto per le varietà più delicate, prima tra tutte la Frantoio, o Frantoiano.

Come ha spiegato Ritano Baragli di FedAgriPesca, le temperature che hanno raggiunto anche gli 11 gradi sotto lo zero hanno fatto esplodere i vasi linfatici delle piante, di fatto bruciandole e bloccandone la produzione per i prossimi due o tre anni. Piante che ora vanno potate energicamente e  riformate.

Meno peggio per altre varietà più resistenti, come Leccino del corno e Moraiolo, che hanno una resistenza maggiore al freddo.

Ora nella fase in cui la fioritura è avvenuta, con una buona quantità di acqua e se la temperatura resta fresca non dovrebbero esserci problemi. Tuttavia, come ha continuato Baragli ci sono zone che ancora fanno i conti con la pesante siccità dell'anno scorso, che ha bloccato la naturale vegetazione della pianta.

"E così - ha aggiunto - ormai sono quasi tre anni consecutivi che le nostre aziende non fanno un raccolto pieno".

Una situazione che dà origine a un altro fenomeno: lo stato di abbandono in cui versano molti campi, dal momento che, come ha spiegato Baragli, le aziende non trovano più conveniente investire su piante che non producono e poi manca manodopera specializzata nella potatura.

Un capitolo a parte invece è quello delle zone costiere, dove quest'anno la stagione sta andando molto meglio e si prevede un bel raccolto.