Cambio della guardia a Palazzo della Valle, dove Massimiliano Giansanti succede a Mario Guidi alla presidenza di Confagricoltura e guiderà l'organizzazione per il prossimo triennio.

Eletto all'unanimità, romano, 43 anni, Giansanti è presidente di Agricola Giansanti srl e amministratore del Gruppo aziende agricole Di Muzio con imprese agricole nelle province di Roma, Viterbo e Parma. E' membro della Giunta esecutiva di Confagricoltura dal 2011 e vicepresidente uscente. E' stato presidente di Confagricoltura Roma e vicepresidente di Confagricoltura Lazio.
Tra gli incarichi in essere quelli di consigliere della Consulta delle imprese di Roma e del Consiglio di territorio centro di Unicredit. E' stato inoltre componente del Consiglio di amministrazione di Azienda romana mercati, l'azienda speciale della Camera di commercio di Roma, in qualità di consigliere delegato ai mercati agricoli e progetti per la zootecnia.

Insieme al neopresidente, l'assemblea ha anche nominato i nove componenti della Giunta esecutiva: Luca Brondelli Di Brondello, presidente di Confagricoltura Alessandria e di Enapra, l'ente di formazione di Confagricoltura; Nicola Cilento, già presidente di Confagricoltura Cosenza e di Confagricoltura Calabria e componente della Giunta nazionale uscente. Attualmente presidente della Organizzazione produttori Coab che opera nel settore ortofrutticolo nella Piana di Sibari e presidente del Caf di Confagricoltura; Giordano Emo Capodilista, presidente di Confagricoltura Padova, vicepresidente di Confagricoltura Veneto e consigliere del Consorzio di bonifica Bacchiglione - Brenta; Elisabetta Falchi, ex presidente di Anga Sardegna e Confagricoltura Sardegna, ha anche ricoperto l'incarico di assessore all'Agricoltura della regione; Sandro Gambuzza, presidente della Federazione nazionale di prodotto orticoltura, è stato presidente di Confagricoltura Ragusa e presidente della Camera di commercio di Ragusa. Attualmente è consigliere della Camera di commercio del Sud Est della Sicilia.

E ancora, Matteo Lasagna, presidente di Confagricoltura Mantova e di Confagricoltura Lombardia. E' anche consigliere di Confidi systema, il consorzio fidi della Regione Lombardia, creato dalla sinergia tra Confagricoltura, Confindustria e Confartigianato; Diana Theodoli Pallini, ex presidente di Confagricoltura Grosseto, vicepresidente di Confagricoltura Toscana e componente di Giunta nella passata legislatura; Giovanna Parmigiani, vicepresidente di Confagricoltura Piacenza, presidente della Federazione nazionale di prodotto di allevamenti suini e consigliere del Consorzio dei salumi tipici piacentini e, infine, Rosario Rago, presidente di Confagricoltura Salerno e di Confagricoltura Campania, è nella Giunta della Camera di commercio di Salerno.

"Siamo una squadra giovane e vogliamo andare veloci. Io sono solo il terminale finale", ha dichiarato Giansanti spiegando che per i prossimi anni l'associazione avrà cinque parole chiave: consapevolezza di ciò che l'organizzazione rappresenta e della necessità di fare sistema, responsabilità della rappresentanza, avanguardia nel proporre progetti innovativi, orgoglio dell'appartenenza attraverso lo sviluppo di una forte identità e successo come risultato.
Avanguardia. "Confagricoltura siamo noi", ha proseguito Giansanti illustrando come l'organizzazione intenda rafforzare il proprio contatto con i soci per poter ottimizzare la propria attività di riferimento dell'impresa agricola italiana.
 
Quella disegnata dal nuovo presidente Massimiliano Giansanti è una confederazione in grado di rispondere sempre più alle mutate esigenze delle imprese associate: autorevole, con una forte identità, a tutela dell'impresa, che sa innovarsi e rinnovarsi anche sotto il punto di vista generazionale e quindi capace di conquistare e rafforzare la fiducia degli associati.
"Negli ultimi anni gli imprenditori italiani si sono confrontati sempre più con un mercato governato dalla globalizzazione e dalle dure leggi dell'economia" ha affermato il nuovo presidente.
"E, pur in mezzo a tante difficoltà, hanno mostrato grandi capacità. Il nostro stile, le nostre tradizioni, le nostre storie caratterizzano i nostri straordinari prodotti: il 'made in Italy', un'eccellenza che tutto il mondo ci invidia, che deve diventare un vero valore aggiunto per le nostre imprese".
 
Un brand, quello del 'made in Italy' che, secondo Massimiliano Giansanti, nasconde però le inefficienze del sistema Italia, che impediscono all'agricoltura nazionale di essere competitiva sui mercati europei ed extraeuropei. Per questo al centro del suo programma c'è l'impresa, con gli strumenti necessari per farla crescere: semplificazione amministrativa, riforma del mercato del lavoro, costi della previdenza in linea con l'Europa, politiche energetiche e per l'ambiente, creazione di filiere, accesso al credito e a nuovi strumenti finanziari e assicurativi, sviluppo dell'innovazione.

"Dobbiamo avere l'ambizione di diventare il punto di riferimento della filiera agroalimentare - ha affermato - una sfida che ci dovrà portare a conquistare spazi nuovi: la costruzione di un network con partner strategici al fine di sviluppare l'attività dell'agribusiness".
Questa crescita dell'organizzazione dovrà passare, stando a quanto spiegato dal neoeletto, attraverso un progetto condiviso che prevede il passaggio da un modello organizzativo top down, con decisioni assunte dall'alto verso il basso, a uno bottom up, con l'obiettivo di accorciare la filiera della governance e favorire la circolarità delle idee. E l'efficientamento è il terreno scelto per misurare la propria capacità di innovazione e crescita organizzativa, attraverso la razionalizzazione del sistema, la costituzione di reti fra i servizi, l'avvio di nuove forme di collaborazione e integrazione.

Il cambio di modello richiede necessariamente un consenso della base associativa che non può che derivare da un "ritorno di Confagricoltura tra gli agricoltori", ma che non deve essere inteso come un tratto di rottura con le politiche passate. "Io non credo nelle continuità e nelle discontinuità" ha spiegato Giansanti. "Credo nelle fasi. La continuità è data dall'organizzazione stessa. Ogni presidenza è stata contraddistinta da diverse fasi e obiettivi da perseguire. Il nostro primo è quello di rilanciare il sistema paese".

Diverse le sfide da affrontare, a cominciare da quelle in Europa, dove è richiesta una profonda rivalutazione degli stessi principi strutturali della Pac. "La Politica agricola comune, così com'è, non funziona, se non per i contributi. La sostenibilità non si fa con il greening", ha dichiarato il presidente sottolineando il ruolo fondamentale dei giovani dell'Anga in quel processo di 'rinnovamento del pensiero' indispensabile per mantenere il passo con la realtà dei tempi.

La modernità della nuova era di Confagricoltura non sarà solo di pensiero, ma investirà i settori della ricerca scientifica e tecnologica, aprendo in maniera netta l'organizzazione anche verso argomenti 'scottanti' come gli Ogm.
"E' finita l'epoca degli slogan in cui si dice che va tutto bene" ha dichiarato Giansanti. "Parliamo tutti del made in Italy, ma nessuno dice mai che le sementi usate per fare la pasta italiana vengono dalla Francia e sono state sviluppate per quei climi. Se si parla di pasta made in Italy serve prima di tutto fare ricerca made in Italy".
 
Avrà Confagricoltura, vuoi anche nell'alveo di Agrinsieme, la forza per portare avanti i suoi programmi in Italia ed Europa? Giansanti sembra esserne convinto: "Confagricoltura è la maggiore organizzazione agricola in termini di Plv, non ci interessa essere tanti, ma buoni", spiega, aprendo al dialogo anche con Coldiretti, purché questo dialogo sia finalizzato a portare beneficio agli agricoltori invece che alle associazioni che li dovrebbero rappresentare.