“Credo che l’enciclica abbia due punti di forza essenziali – ha chiosato Galletti -. Il primo è il fatto che si rivolge a tutte le persone del pianeta, senza distinzione di religione; non è un’enciclica solo per i cattolici. Secondariamente, ha sottratto la discussione da numeri e responsabilità, in cui il sistema dei 193 Paesi che hanno firmato l’accordo di Parigi sul clima si stava aggrovigliando. Mentre è chiaro che non si può ridurre un progetto di ampio respiro sulla lotta ai cambiamenti climatici a un ammasso di numeri su emissioni di CO2 e soldi”.
Quell’iniezione di morale e di etica verso un’ecologia integrale, ha assicurato il ministro Galletti, ha fatto sì che si raggiungesse un’intesa che, alla vigilia, non era così scontata. “Credo comunque che l’Accordo di Parigi non sia sufficiente – ha sostenuto di fronte a un auditorium gremito – ma è stato il migliore possibile. E mi viene da chiedere: l’industria e l’economia sono pronti a sopportare i costi per la riduzione della CO2? Io credo che ci siano tutte le condizioni possibili”.
Il ministro dell’Ambiente ha ricordato anche il ruolo dell’Italia: “Avremmo desiderato un accordo più ambizioso”. Anche alla luce di un traguardo tagliato anzitempo. “Come Paese abbiamo raggiunto gli obiettivi posti dal Trattato di Kyoto nel 2015, cioè 5 anni prima della data stabilita”.
Non è mancato l’annuncio alla grande manovra – per ora solo annunciata dal ministro Calenda – presentata la scorsa settimana su Industria 4.0. “Guardiamo con attenzione all’economia circolare – ha detto Galletti – perché sarà il cardine della quarta rivoluzione industriale, insieme all’intelligenza artificiale, alla formazione, alla tecnologia e al rispetto dell’ambiente, aspetto quest’ultimo che sarà il faro nelle azioni relative alle bonifiche, alle depurazioni e al dissesto idrogeologico”.
L’Italia, ha puntualizzato Galletti, “è al primo posto al mondo per produzione di energie rinnovabili. Questo ci ha fatto perdere terreno sul fronte della competitività? Può essere. Però crediamo di vincere la sfida per un ambiente migliore. Ed è anche per questo che il governo confermerà nel 2017 gli sconti al 65% sulle misure finalizzate all’efficientamento energetico”.
Fra i primi a credere nelle rinnovabili è stata Veronafiere. Lo ha chiarito, salutando gli intervenuti all’incontro con monsignor Galantino, il vicepresidente vicario di Veronafiere e presidente di Coldiretti Verona, Claudio Valente. “Qui non parliamo solo di metri quadrati – ha esordito – ma di tutte le tematiche che si incontrano a livello mondiale. Nell’ultima edizione di Fieragricola lo scorso febbraio, il tema centrale era la sostenibilità e sono convinto, parlando in questo caso come presidente di Coldiretti, che dobbiamo lavorare per programmare un’economia e un’agricoltura che siano sostenibili e diversificate. Oggi le piccole e medie imprese, non soltanto nel settore primario, cercano di essere virtuose, ma combattono con la concorrenza sleale in termini di ambiente e occupazione che proviene da altri Stati”.
Una delle sfide, lo ha ricordato monsignor Giuseppe Zenti, vescovo di Verona, è “coniugare maggiormente il sistema economico con quello sociale, tenendo al centro delle proprie azioni anche l’ecologia, un tema che va oltre la concezione di ecosistema ambientale”.
Verona parte avvantaggiata in materia ambientale. Lo ha ricordato il sindaco della città, Flavio Tosi, citando i sondaggi in base ai quali in fatto di igiene e ambiente il capoluogo scaligero è ai vertici nazionali in un confronto con altre 99 città.
Nel percorso necessario per una “conversione ecologica globale” il sottosegretario alle Politiche agricole, Giuseppe Castiglione, raccomanda di “cambiare lo stile di vita, in modo che l’uomo realizzi con grande responsabilità la propria libertà”. E non manca l’elenco delle azioni fatte: “La legge sulla biodiversità, l’agricoltura sociale e lo spreco alimentare”. Passi avanti importanti, anche se per monsignor Nunzio Galantino “c’è ancora moltissimo da fare”.