Anche perché Papa Bergoglio cita – ed è la prima volta in una Enciclica, come riconosce padre Enzo Fortunato, portavoce dei frati francescani – San Francesco d’Assisi. Lo fa ben 12 volte, a partire dal titolo del documento, che riprende il Cantico delle Creature del patrono d’Italia.
Ed è proprio padre Fortunato che sottolinea la nuova visione della Chiesa. “È l’uomo accanto alla terra e non più l’uomo che domina la terra - dice - ma che, al contrario, se ne prende cura. Poi, c’è l’accostamento forte fra la terra e gli uomini: una terra che geme e soffre come gemono e soffrono molti poveri del nostro pianeta”. Inoltre, al portavoce del movimento francescano non sfugge l’elemento dottrinale: “Per la prima volta, tutti i dati sono comprovati da elementi scientifici”.
Il Pontefice lancia “un appello, un invito urgente” per salvare il pianeta, per la difesa dell’ambiente, la lotta all’inquinamento, gli interventi per il cambiamento climatico o l’uso delle tecnologie.
Enciclica via Twitter
Dalle ore 12 di ieri, con l’hashtag #LaudatoSi al ritmo di tre tweet all’ora sono stati raggiunti oltre 21 milioni di follower (oltre 2,85 milioni quelli che seguono Bergoglio in italiano a @Pontifex_it ). “Un piccolo bombardamento mediatico”, ha detto Padre Lombardi, portavoce della sala stampa vaticana.
Gli Ogm
Chi si aspettava un’apertura totale agli Ogm è rimasto deluso. Ma una riflessione aperta, riconoscendo i benefici e i limiti degli organismi geneticamente modificati. Al punto che “è difficile dare un giudizio generale”. Il Papa riconosce che l’utilizzo dei cereali transgenici, “in alcune regioni ha prodotto una crescita economica che ha contribuito a risolvere alcuni problemi”, ma allo stesso tempo parla di “significative difficoltà che non devono essere minimizzate”. “L’estendersi delle coltivazioni di cereali transgenici distrugge la complessa trama degli ecosistemi, diminuisce la diversità nella produzione e colpisce il presente o il futuro delle economie regionali”. Frasi che suonano l’esatto contrario rispetto a un’apertura.
Contro i rifiuti
“La Terra, nostra casa, sembra trasformarsi sempre più in un immenso deposito di immondizia”, ammonisce il Papa. “Si producono centinaia di milioni di tonnellate di rifiuti l’anno, molti dei quali non biodegradabili: rifiuti domestici e commerciali, detriti di demolizioni, rifiuti clinici, elettronici o industriali, rifiuti altamente tossici e radioattivi”, scrive Papa Francesco.
Cambiamenti climatici
Per il Pontefice “costituiscono una delle principali sfide attuali per l’umanità”, tanto che “gli impatti più pesanti probabilmente ricadranno nei prossimi decenni sui Paesi in via di sviluppo”. Ed è anche così, secondo il Papa, che si assiste a un “tragico aumento dei migranti che fuggono la miseria aggravata dal degrado ambientale, i quali non sono riconosciuti come rifugiati nelle convenzioni internazionali e portano il peso della propria vita abbandonata senza alcuna tutela normativa”.
Un’ecologia “umana”
Secondo Papa Bergoglio “l’ecologia integrale richiede apertura verso categorie che trascendono il linguaggio delle scienze esatte o della biologia e ci collegano con l’essenza dell’umano”.
Povertà ed emergenza alimentare
Anche questi aspetti trovano attenzione: “Si afferma che i problemi della fame e della miseria nel mondo si risolveranno semplicemente con la crescita del mercato”, ma “il mercato non garantisce da solo lo sviluppo umano integrale e l'inclusione sociale”.
Finanza ed economia reale
“L’economia assume ogni sviluppo tecnologico in funzione del profitto, senza prestare attenzione a eventuali conseguenze negative per l’essere umano. La finanza soffoca l'economia reale. Non si è imparata la lezione della crisi finanziaria mondiale e con molta lentezza si impara quella del deterioramento ambientale”.
I “comandamenti verdi”
In chiusura dell’Enciclica sono elencati i comandamenti verdi per educare al rispetto dell’ambiente. “L’educazione alla responsabilità ambientale – scrive Bergoglio - può incoraggiare vari comportamenti che hanno un’incidenza diretta e importante nella cura per l’ambiente: evitare l’uso di materiale plastico o di carta, ridurre il consumo di acqua, differenziare i rifiuti, cucinare solo quando ragionevolmente si potrà mangiare, trattare con cura gli altri esseri viventi, utilizzare il trasporto pubblico e condividere un medesimo veicolo tra varie persone”.
Tra i consigli ecologici anche quello di “piantare alberi e spegnere le luci inutili. Tutto ciò fa parte di una creatività generosa e dignitosa, che mostra il meglio dell’essere umano”. Quindi, tenuto conto che ambiente significa anche agricoltura e produzione di cibo, Papa Francesco invita a “fermarsi a ringraziare Dio, prima e dopo i pasti”.
Le reazioni: il Corpo forestale dello Stato
Per il capo del Corpo forestale dello Stato, Cesare Patrone, “i valori universali della natura e della biodiversità devono trovare una necessaria conciliazione con lo sviluppo, ed ognuno deve fare la sua parte per contribuire alla difesa dell'ambiente, siano essi cittadini che associazioni, istituzioni e mondo della produzione. Degrado ambientale e sociale sono legati inscindibilmente e la cura dell'uno è condizione fondamentale per superare le problematiche legate alla povertà”.
Il Credito cooperativo
“Gratitudine” per il riconoscimento del valore della cooperazione, un apprezzamento per l’analisi “sui dissesti causati dalla finanza speculativa” e “l’impegno alla difesa della casa comune” e al “superamento dell’individualismo”. Così commenta il presidente di Federcasse, Alessandro Azzi. “Il Credito cooperativo italiano desidera ringraziare Papa Francesco”, riporta una nota.
“Esprimiamo, come Credito cooperativo, profonda gratitudine per queste parole del Pontefice - dice ancora Azzi - e al tempo stesso sentiamo la responsabilità di ribadire il nostro impegno ad adottare comportamenti, scelte, strategie finalizzati alla costruzione dell’autentico bene comune ispirato ai principi della solidarietà sociale, della sussidiarietà e delle cooperazione, che un altro grande Papa, Benedetto XVI, aveva definito, nell’Enciclica Caritas in Veritate, espressione di amore intelligente”.
“Apprezziamo in modo particolare - dice ancora Azzi – l’analisi di Papa Francesco sui dissesti causati dalla finanza speculativa. Il fatto che ancora oggi le attività puramente speculative continuino a muovere il 98% dei flussi finanziari globali, vuol dire che c’è ancora molta strada da fare per un cambiamento di rotta sostanziale. Per questo l’autorevole parola del Pontefice ci auguriamo possa innescare un dibattito al più alto livello possibile sulla necessità di ripensare la finanza e di sostenere le esperienze delle banche di comunità che, ovunque nel mondo, si sono dimostrate un validissimo antidoto alla crisi”.