Se sono necessarie, nuove sanzioni contro Mosca”. E' stata una vera doccia gelata, per la Russia, l'esito finale del vertice del G7,  che si è detto pronto a varare un inasprimento delle già pesanti sanzioni contro il paese guidato da Vladimir Putin. Un'ipotesi frutto della situazione molto tesa, dopo “l'annessione della Crimea che viola il diritto internazionale”; i primi ministri dei paesi più sviluppati si sono detti pronti “a cancellare le sanzioni solo nel caso in cui la Russia rispetti gli accordi di Minsk”.

Le gravi tensioni fra G7 e Russia si riflettono negativamente sull'export agroalimentare europeo a Mosca. E' ancora difficile capire se e in che modo verrà prolungato l'embargo, ma una situazione così conflittuale non giova certamente. Il made in Italy ha sofferto fin da subito l'entrata in vigore dell'embargo imposto da Putin.

Le esportazioni di prodotti agroalimentari in Russia si sono più che dimezzate (-53,8%) nei primi due mesi del 2015 – puntualizza Coldiretti – dopo l'embargo russo verso alcuni prodotti alimentari provenienti dall'Europa che già nel 2014 aveva già portato a un calo delle spedizioni per un valore di circa 100 milioni di euro”.

Negli ultimi cinque mesi del 2014 – continua Coldiretti – si è verificata una perdita in valore nelle esportazioni in Russia per 24,4 milioni per la frutta fresca, 19,1 milioni di prodotti lattiero caseari e 17,1 milioni per la carne e i suoi derivati. L'impossibilità di esportare sul mercato russo ha inoltre provocato un altro effetto negativo, ovvero una situazione di eccesso di offerta sul mercato europeo con ricadute negative sui prezzi riconosciuti agli agricoltori”.

Il danno maggiore che rischia di durare negli anni – ammette infine Coldiretti – è che lo stop alle importazioni di frutta, verdura, salumi e formaggi dall'Italia ha provocato in Russia una grande crescita nella produzione locale di prodotti made in Italy taroccati. Nei primi quattro mesi del 2015 ha registrato infatti un sorprendente aumento del 30% la produzione casearia russa di formaggio, con imitazioni di mozzarella, robiola o parmesan. I falsi poi arrivano anche da molti Paesi, non colpiti dall'embargo, come Svizzera, Bielorussia, Argentina e Brasile”.