Lo afferma la Cia - Confederazione italiana agricoltori, sottolineando che si tratta di un provvedimento urgente, perché l’agricoltura continua a perdere terreno, minacciata costantemente dall’avanzata di cemento, incuria e degrado che solo negli ultimi vent’anni hanno divorato oltre 2 milioni di ettari coltivati.
"Perdere terreno agricolo vuol dire, da un lato, aumentare la nostra dipendenza dall’estero nel capitolo agroalimentare - sottolinea la Cia - e, dall’altro, mettere a rischio un patrimonio paesaggistico che, tra il turismo rurale e l’indotto legato all’enogastronomia tipica, vale più di 10 miliardi di euro l’anno".
"L’estensione della superficie agricola è legata direttamente alla sicurezza alimentare - ricorda la Cia - ma se da una parte cresce la domanda globale di cibo, dall’altra diminuiscono le terre coltivate. Una contraddizione che va fermata e affrontata, prima di tutto a livello nazionale”.
La Cia chiede “una nuova attenzione al territorio", anche per motivi ambientali.
"La mancata manutenzione del suolo, il degrado, la cementificazione selvaggia e abusiva, l’abbandono delle zone collinari e montane dove è venuto meno il fondamentale presidio dell’agricoltore, contribuiscono a quei fenomeni di dissesto idrogeologico del Paese che sono alla base di tragedie anche recenti - conclude l'organizzazione agricola - E’ ora di cambiare pagina, quindi, creando un futuro con più agricoltura e una politica territoriale veramente efficace”.
Leggi il nuovo testo base sul ddl concernente il consumo di suolo
Il testo è stato rifomulato per raccogliere migliorie emerse dalla discussione svolta in questi mesi, sia da parte dei gruppi di maggioranza che di opposizione.
“Con questo testo di legge si introducono nella normativa vigente i principi fondamentali di riuso, rigenerazione urbana e limitazione del consumo di suolo, attraverso la tutela e la valorizzazione dell'attività agricola" spiegano in una nota i due relatori, Chiara Braga, responsabile Ambiente del Partito Democratico e Massimo Fiorio, componente Pd in Commissione Agricoltura.
"Il meccanismo ereditato dalla proposta già condivisa con le Regioni permette di definire una riduzione progressiva del consumo di suolo coerente con l'obiettivo europeo del consumo di suolo zero al 2050 - spiegano Braga e Fiorio - Il nostro obiettivo non è avere una legge di bandiera e nemmeno una norma punitiva nei confronti dell'attività edilizia. Quello che vogliamo garantire è un'effettiva salvaguardia del suolo dai rischi di un'edificazione sconsiderata, come purtroppo è avvenuto in passato, e nello stesso tempo sostenere con misure positive le azioni di riuso e rigenerazione urbana che devono rappresentare il futuro dell'edilizia”.
“Ora siamo pronti a lavorare sugli emendamenti che verranno presentati dai gruppi, per verificare fino in fondo la possibilità di ulteriori modifiche migliorative. Sarebbe certamente motivo di soddisfazione per il Parlamento riuscire a dare al nostro Paese una legge a tutela di un bene primario come il suolo proprio nell'anno di Expo”, concludono i due relatori.
La stesura del nuovo testo ha raccolto il favore dell'Anbi, l'Associazione nazionale bonifiche e irrigazioni, che si dice però preoccupata visto il complicato iter legislativo seguito fin qui dalla legge. In particolare, dice il presidente dell'Anbi Francesco Vincenzi, "preoccupa la dichiarazione dell’ex ministro Catania, ispiratore del provvedimento, che paventa come alcune integrazioni inserite dai relatori possano avere effetti contrari allo spirito della legge. Come afferma anche lui, adesso si vedrà davvero chi vuole approvare una legge seria e rigorosa!”
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Fonte: Agronotizie