Con i disastri dall’ultima ondata di maltempo il conto dei danni nelle campagne supera il miliardo di euro a causa del ripetersi di eventi estremi nelle campagne durante l’anno che hanno messo in crisi anche la stabilità idrogeologica.

E’ quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti sugli effetti del ciclone Venere che ha colpito diverse Regioni italiane. Particolarmente grave la situazione nella Marche, dove le infiltrazioni di acqua stanno compromettendo la stabilità dei terreni, specie quelli collinari. L’acqua ha anche allagato i terreni appena seminati a grano, con il rischio di asfissia delle sementi; il vento forte ha spezzato anche i rami di alberi da frutto.

"Siamo di fronte ai drammatici effetti dei cambiamenti climatici che si sono manifestati quest’anno con il moltiplicarsi di eventi estremi, sfasamenti stagionali e precipitazioni brevi ma intense ed il repentino passaggio dal sereno al maltempo con vere e proprie bombe d’acqua che il terreno non riesce ad assorbire - riporta la Coldiretti - Nell’82 per cento dei comuni italiani sono presenti aree a rischio idrogeologico  per frane e/o alluvioni. La dimensione del rischio è in realtà ovunque preoccupante, con una superficie delle aree ad alta criticità geologica che si estende per 29.517 chilometri quadrati, il 9,8 per cento del territorio nazionale".
"A questa situazione - denuncia la Coldiretti - non è certamente estraneo il fatto che un modello di sviluppo  sbagliato ha tagliato del 15 per cento le campagne e fatto perdere negli ultimi venti anni 2,15 milioni di ettari di terra coltivata. Ogni giorno viene sottratta terra agricola per un equivalente di circa 400 campi da calcio (288 ettari) che vengono abbandonati o occupati dal cemento".