Numerosi i motivi della delusione riportati nel comunicato delle Associazioni:
• la spesa minima obbligatoria per le misure agro-climatiche-ambientali: prevista una spesa minima obbligatoria del 30% per le risorse nello sviluppo rurale, si sono però drasticamente ampliate le misure ammissibili per includere anche quelle con poco o nessun effetto ambientale positivo. Le Associazioni ambientaliste e del biologico chiedevano per questo un aumento al 50%.
• Direttive Ue su acqua e agrofarmaci: cancellato il vincolo del rispetto delle norme in applicazione delle due direttive da parte di tutte le aziende agricole che ricevono contributi dalla Pac (condizionalità), in cambio è stata prevista una consulenza tecnica obbligatoria per le aziende agricole sulle materie relative all'applicazione delle due direttive. Questa norma non garantisce il rispetto delle due direttive da parte degli agricoltori perché non ci sarà nessun collegamento diretto con i sussidi che ricevono e rischia di rendere non efficace l'applicazione del Piano di azione sull'uso sostenibile degli agrofarmaci.
• Aree d'interesse ecologico - Efa: per le superfici aziendali destinate alla tutela della biodiversità e infrastrutture verdi è stata fissata la percentuale del 5% dal 2015 che potrà essere elevata al 7%, solo dopo una valutazione da parte della Commissione Ue e successivo processo di codecisione con il Parlamento e il Consiglio, ma nessuna data per questa revisione è stata ancora fissata (potrebbe essere il 31 marzo 2017). La soglia per l'obbligo di applicazione delle Efa è stata fissata a 15 ettari, viene pertanto escluso il 35,5% della superficie agricola in Europa.
• Greening e diversificazione delle colture (articolo 30): l'accordo prevede un principio di equivalenza discutibile ed esenzioni per le pratiche agro-ambientali di basso livello. Per accedere ai finanziamenti del greening (30% del pagamento base) sono esentate da questa norma le aziende al di sotto di 10 ettari (33% della superficie agricola in Europa) e tra i 10 e 30 ha sono necessarie solo due colture, con la coltura principale che non copre più del 75% della superficie (questo significa che il 46% della superficie agricola europea è esente da uno dei tre requisi del greening) le aziende sopra i 30 ha, sono obbligate a tre colture, con la principale copertura massima del 75% e le due principali colture insieme per massimo del 95%. La dimensione media delle aziende agricole italiane è 8 ettari, saranno pertanto escluse la maggior parte delle aziende agricole italiane.
• Nessun reale rafforzamento del secondo pilastro sullo sviluppo rurale: la conferma della previsione del finanziamento degli strumenti assicurativi contro le calamità naturali e la stabilizzazione dei redditi, misure estranee allo Sviluppo rurale, finiranno per assorbire una parte rilevante delle risorse disponibili.
Dopo l'approvazione definitiva dei regolamenti comunitari per la Pac si aprirà il processo di programmazione 2014 - 2020 a livello nazionale e regionale dove utilizzando gli elementi di flessibilità a disposizione ci sarà la possibilità di migliorare rispetto a quanto è stato approvato a livello europeo. L'impostazione degli strumenti operativi da parte del ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali e delle Regioni renderà evidente la reale volontà di scegliere un'agricoltura più sostenibile per l'ambiente, attenta ai beni comuni e all'interesse generale. Le 14 Associazioni ambientaliste e dell'agricoltura biologica auspicano ci sia un confronto costruttivo nei prossimi mesi con tutte le parti interessate all'attuazione della futura Pac.
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