"L'ultima ondata di maltempo ha lasciato dietro di sé ancora morte e devastazione. L'agricoltura ne esce gravemente ferita. Solo in Toscana i danni per il settore primario superano i 400 milioni di euro.
Ma anche nelle altre regioni (Umbria, Lazio, Liguria, Marche e Veneto) colpite le conseguenze sono pesantissime. Una situazione disastrosa che richiede subito una
‘legge ad hoc'".

Lo sostiene il presidente della Cia - Confederazione italiana agricoltori, Giuseppe Politi, che, in visita nei territori martoriati dalle violente piogge dei giorni scorsi, sollecita l'esecutivo ad intervenire con la massima concretezza.

 

La conta dei danni è disastrosa: tantissime aziende e le loro strutture (stalle, serre, magazzini, fienili, cascinali) sono state invase dalle acque. Macchinari distrutti e campi coltivati o appena seminati a cereali spazzati via. Vigneti anche di pregio seriamente danneggiati. Strade di campagna completamente cancellate dalle frane.

 

"Non basta la dichiarazione dello stato di calamità - spiega Politi - C'è bisogno di un intervento mirato. Davanti a tanta distruzione bisogna pensare anche all'opportunità di rivedere le regole del patto di stabilità interno, almeno per le opere che servono a mettere in sicurezza le persone, quelle sul dissesto idrogeologico e quelle per ricostruire il tessuto economico, a cominciare dall'imprenditoria agricola".

 

Il presidente della Cia lancia una riflessione sulla necessità di un'efficace prevenzione dei disastri naturali. "Dal 1950 ad oggi si sono spesi più di 200 miliardi di euro per riparare i danni causati dalle calamità naturali; sarebbe bastato destinare il 20 per cento di questa cifra ad opere di manutenzione del territorio per limitare le disastrose conseguenze e soprattutto le perdite umane".

 

La Cia sollecita dunque l'approvazione "in tempi rapidi" della legge sulla difesa del suolo, presentata dal ministro delle Politiche agricole Mario Catania.