"Dobbiamo evitare che gli impianti idraulici si fermino definitivamente". Questo l'obiettivo indicato dal presidente Anbi, Associazione nazionale bonifiche e irrigazioni, Massimo Gargano al sottosegretario all'Agricoltura, Franco Braga, accompagnato in sopralluogo alle centrali idrovore e agli impianti irrigui resi inagibili dal terremoto nelle aree di confine tra Emilia Romagna e Lombardia.

L'esponente del governo ha incontrato il ministro allo Sviluppo economico, Passera, per la determinazione delle risorse disponibili; da una prima stima, i danni alla rete idraulica ammonterebbero a 70 milioni di euro.

Due le priorità condivise: innanzitutto riattivare il servizio di irrigazione per evitare gravi danni a produzioni simbolo del made in Italy agroalimentare nel mondo; contestualmente rendere nuovamente operativi i grandi impianti idrovori (attualmente sono dichiarate pericolanti le centrali di Pilastresi e Ca' Bianca nel ferrarese; Mondine nel mantovano), da cui dipende la sicurezza idrogeologica di una vasta e abitata area della Pianura Padana, che il blocco delle idrovore espone ad altissimo rischio di alluvione in caso di forti piogge; per questo, i consorzi di bonifica evidenziano la necessità di interventi solleciti. Solo in una seconda fase, invece, si potrà provvedere al rinforzo degli argini, danneggiati dal sisma.

Soddisfazione per l'impegno assunto dal Governo è stata espressa anche dal direttore generale Anbi, Anna Maria Martuccelli, mentre il presidente dell'Unione regionale bonifiche Emilia Romagna, Massimiliano Pederzoli, sottolineando la voglia di riscatto delle genti terremotate, ha sottolineato come in quelle zone si realizzi il 2% del Prodotto interno lordo italiano.

Il sottosegretario Braga ha infine annunciato la disponibilità del Governo a condividere con Anbi e con i suoi tecnici l'individuazione di soluzioni antisismiche provvisorie, ma capaci di garantire la ripresa delle attività.