Con l'editoriale "The European Response to Bse: A Success Story" pubblicato sull'Efsa Journal, Herbert Budka, vice presidente del Gruppo di Lavoro Biohaz fa il punto sulla Bse.

Il declino epidemiologico della malattia, evidente su scala europea dal 2005, ha consentito di allentare costose misure di controllo. Per il futuro si guarda alla forma atipica, la cui ipotesi più accreditata è quella di una malattia ad insorgenza spontanea nei bovini anziani.

Se questa ipotesi è confermata, l'Efsa considera "impossibile" eradicare questa forma e ritiene quindi necessario mantenere per sempre il divieto sul materiale a rischio specifico, in particolare il sistema nervoso centrale, nei bovini anziani.

Le conoscenze sulla reale prevalenza di ceppi atipici dei prioni animali sono scarse. L'Efsa ritiene quindi importante continuare e migliorare la sorveglianza sistematica delle Tse animali, affinare i metodi diagnostici e di laboratorio e la ricerca.

Come alcuni dati scientifici suggeriscono, non c'è barriera molecolare assoluta alla trasmissione delle Tse tra i mammiferi, pertanto l'Efsa tiene che si dovrà convivere ancora a lungo con la questione di un potenziale zoonosico.

In sintesi, nel momento in cui molti scienziati e responsabili decisionali sono meno interessati ai prioni, l'Efsa giudica prudente rimanere vigili. In fatto di valutazione del rischio, continueranno ad essere una sfida per l'Efsa negli anni a venire. Rimane fondamentale che gli attuali livelli di tutela dei consumatori siano mantenuti e consolidate da una efficace gestione del rischio basata su pareri scientifici attendibili che l'Efsa continuerà a fornire.