"L'Italia stenta a ripartire e le famiglie continuano a tirare la cinghia, risparmiando ancora una volta sulla tavola". Lo afferma la Cia, Confederazione italiana agricoltori commentando i dati Istat sul commercio al dettaglio a maggio.
"Tali dati - ricorda la Cia - evidenziano un andamento piatto, statico e rivelano che gli italiani non hanno i soldi e 'tagliano' anche sulle spese 'incomprimibili' come i generi alimentari, diminuendo qualità e quantità di cibo e bevande acquistati. La 'cura dimagrante' al carrello della spesa - osserva la confederazione - è evidente già guardando i dati relativi alla tipologia commerciale. A maggio gli ipermercati crollano del 6,1%, ma anche supermercati e hard-discount fanno segnare una variazione nulla su base annua. Le cose non vanno meglio sul fronte della domanda. Nel 2011 calano drasticamente i consumi di frutta e agrumi (-8,7%), pesce (-7,5%), pane (-7,1%), latte e formaggi (-6,3%), carne rossa (-5,1%)".
"Anche le prospettive per il resto del 2011 non sono affatto rosee: secondo le nostre stime gli acquisti domestici alimentari resteranno in territorio negativo - conclude la Cia - e contemporaneamente continuerà a crescere la quota di italiani che, proprio a causa delle difficoltà economiche, comprerà prodotti di qualità inferiore".
Confagricoltura: 'Le famiglie rinunciano ai rifornimenti settimanali'
"La notizia che le famiglie stanno intaccando i risparmi, oggi quella che si preferiscono i piccoli acquisti giornalieri più che i rifornimenti settimanali. Sono tutti segnali che la crisi fa sentire ancora i suoi effetti".
A sostenerlo è Confagricoltura commentando i dati diffusi dall'Istat sulle vendite al dettaglio.
"Sono diminuite - riferisce l'organizzazione agricola - le vendite dei prodotti alimentari (-0,5% a maggio 2011 su maggio 2010), soprattutto della grande distribuzione organizzata (-0,8%); solo le vendite dei discount non calano ma neanche aumentano sempre rispetto a maggio dell'anno scorso. In aumento invece le vendite delle imprese operanti su piccole superfici (+ 0,3%)".
"Il calo delle vendite alimentari - sottolinea Confagricoltura - si riflette immancabilmente sui redditi degli agricoltori, compressi tra un progressivo aumento dei costi di produzione e la diminuzione dei prezzi".
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Fonte: AgricolturaOnWeb