Un Rapporto, pagine fitte, per delineare una previsione sull'andamento che nel prossimo futuro, da qui a dieci anni, avranno i prezzi delle derrate alimentari. E' il contributo dell'Agricoltural Outlook 2011-2020 presentato a Parigi da Ocse e Fao.

Si tratterà, spiega il rapporto, di un decennio caratterizzato da elevati prezzi delle derrate alimentari e volatilità nei mercati delle commodity.

Prezzi elevati e volatilità. Due parole che mettono paura non solo ai Paesi in via di sviluppo maggiormente instabili economicamente, con forti problemi di sicurezza alimentare e denutrizione, ma anche alle economie dei paesi cosiddetti sviluppati; l'incremento dei prezzi di base infatti, trasmesso all'intera catena alimentare, è in grado di determinare l'effetto inflazione sui prezzi al consumatore finale.

Come ricorda Confagricoltura, non va sottovalutato il ruolo di sempre maggior rilevo assunto dai paesi in via di sviluppo, America latina in primis ed Europa dell'Est subito dopo, sui mercati agricoli. Un tema questo che, a fianco della volatilità dei prezzi, preoccupa molto i paesi industrializzati.

Queste due regioni” spiega Confagricoltura, “diventeranno, nel prossimo decennio, fornitori agricoli sempre più importanti”. Il rischio, spiegano, è che in queste aree dove i redditi sono in aumento e la crescita della popolazione rallenta, si assisterà ad un incremento rapido del consumo di cibo pro-capite con conseguente aumento della domanda. Per l'Ue il rischio è di trovarsi penalizzata da un forte gap produttivo.

L'Outlook, infatti, ritiene che nel prossimo decennio la produzione agricola globale crescerà più lentamente rispetto agli ultimi dieci anni (1,7% annuo contro il 2,6% dello scorso decennio) ed il consumo alimentare crescerà più rapidamente nelle aree di cui sopra.

E' il Rapporto a dirci che le derrate che subiranno un incremento della domanda più alto saranno la carne, i prodotti caseari, gli oli vegetali e lo zucchero.

Nonostante il calo dei prezzi previsto nei prossimi mesi, spiega il rapporto, i cereali vedranno crescere, nel prossimo decennio, i loro prezzi reali di 20 punti percentuali. Si parla di +30%, sul decennio appena concluso, per la carne; in entrambi i casi, comunque, siamo ben al di sotto dei picchi visti nel biennio 2007-08 e, di nuovo, all'inizio del 2011.

"Sono necessarie politiche coerenti che riducano il fenomeno della volatilità e ne limitino l'impatto negativo" ha affermato Jacques Diouf, direttore generale Fao che ha proseguito sottolineando come incrementare gli investimenti nel settore agricolo e rafforzare lo sviluppo rurale dei paesi in via di sviluppo rappresentino la vera soluzione del problema.

Condivide la preoccupazione delle due organizzazioni Cia che, per voce del presidente Politi, ribadisce come la volatilità dei prezzi, la speculazione e la mancanza di politiche adeguate per lo sviluppo agricolo, possano avere effetti devastanti sulla sicurezza alimentare del Pianeta e sull'economia in senso più ampio, sia nei paesi in via di sviluppo che in quelli sviluppati.

Coldiretti, sottolinea il carattere specifico e prioritario che l’agricoltura deve rivestire per i Capi di Stato e di Governo in considerazione della sua dimensione sociale, economica ed ambientale.

Infine, il fattore comune delle richieste lanciate dal Rapporto nei confronti dei lavori del G20 in svolgimento in questi giorni a Parigi, è che vengano prese misure volte ad incrementare la produttività agricola dei paesi in via di sviluppo, riducendo o eliminino del tutto, politiche di distorsione degli scambi commerciali associate a miglioramenti nell'informazione e nella trasparenza sulla produzione agricola, sul consumo, sugli stock e sul commercio.