"Sono la scarsa disponibilità di terra, la burocrazia esasperata, la mancanza di agevolazioni per l'acquisto e per il subentro in azienda a frenare il turn over nei campi e a fare dell'Italia il 'fanalino di coda' in Europa per numero di giovani alla guida delle imprese, con le percentuali del 3,4% per gli under 35 e del 7% degli under 40". 

Lo fa notare l'Agia, l'Associazione giovani della Cia, Confederazione italiana agricoltori, che propone l'istituzione della Banca della terra, un archivio pubblico, gestito dall'Ismea, che raccolga i terreni demaniali da destinare ai giovani agricoltori. 

L'altro grande intoppo al ricambio generazionale, osserva l'Agia, è il costo della burocrazia. Dallo snellimento delle varie procedure amministrative, complesse e dispendiose, devono venire le risorse per l'imprenditoria giovanile. 

"Non siamo d'accordo - afferma il presidente dell'Agia, Luca Brunelli - con chi vuole recuperare le risorse per i giovani inserendo un tetto minimo degli aiuti alle imprese previsti dalla Pac. Bisogna, piuttosto - aggiunge - legare il premio Pac alla capacità di fare impresa e alleggerire i costi della burocrazia". 

"Le giovani leve - prosegue l'Agia - hanno bisogno di fondi, che premino la loro maggiore capacità di fare innovazione e di seguire la direzione della sostenibilità. Tra le misure auspicate dall'Agia ci sono: sostegni finanziari al primo insediamento; percentuali di finanziamento più elevate; riduzione del costo di avviamento; agevolazioni fiscali. In un paese - conclude l'associazione - che, secondo i dati del Censis, vanta il triste primato di giovani inattivi il settore primario deve poter offrire un'opportunità concreta".