Fedagri-Confcooperative, Legacoop agroalimentare e Agci Agrital accolgono "con moderata soddisfazione" l'approvazione delle conclusioni della presidenza del Consiglio agricolo sulla riforma della Pac post 2013

Le tre centrali cooperative rilevano che, seppur siano stati fatti alcuni passi avanti rispetto alla comunicazione della Commissione ufficializzata il 18 novembre scorso, le conclusioni della presidenza mostrano posizioni degli Stati membri ancora poco innovative e modernizzanti. 

"Manca il coraggio di cambiare e di innovare la nostra Politica agricola - affermano - soprattutto in materia di misure di mercato che, si legge nelle conclusioni, necessiterebbero solo di procedure più semplici e veloci. Dobbiamo comunque dare atto alla presidenza Ue - aggiungono - di aver precisato importanti principi come la contrarietà a introdurre massimali nell'erogazione di aiuti alle grandi aziende (il cosiddetto capping), la necessità di un passaggio graduale nel superamento del criterio storico aziendale e ancora la richiesta di introdurre una premialità specifica per alcuni settori che verranno ritenuti strategici".

"E' ben sottolineata inoltre - evidenziano le rappresentanze della cooperazione - la necessità di razionalizzare la spesa per la Pac attraverso una qualificazione dei beneficiari finali, dando facoltà agli Stati membri di definire quali saranno gli agricoltori cosiddetti "attivi", che potranno accedere al sostegno comunitario. Una modalità che guardiamo con favore perché consentirebbe all'Italia di eliminare gettiti di denaro pubblico scarsamente efficaci e di concentrare risorse sull'aggregazione, ad esempio, mettendo a disposizione dei sistemi organizzati fondi per la gestione dell'offerta e per la tutela del reddito che servirebbero a cofinanziare assicurazioni o fondi mutualistici. Luci e ombre si rilevano, invece, nel passaggio in cui la presidenza riconosce lo sforzo che si sta facendo nel settore lattiero per introdurre nuovi modelli di gestione del prodotto basati sulle Op, Organizzazioni dei produttori, chiedendo che questo sistema possa essere esteso anche ad altri settori. In questo caso - avvertono le tre sigle cooperative - pur apprezzando il principio di porre le Op al centro della Pac, dobbiamo riscontrare che il modello così come prospettato per il latte non consente una reale gestione del prodotto e dell'offerta da parte dei produttori aggregati. Le Op proposte in quel settore - concludono - hanno il controverso compito di concludere contratti tra la produzione e la fase di raccolta senza però essere effettivamente nella disponibilità del prodotto. In pratica le Op sarebbero delle mere rappresentanze di interessi e non soggetti commerciali".