Niente bandi generalizzati degli stati nazionali sugli Ogm, ma restrizioni valutate "caso per caso", comunicate almeno tre mesi prima, dopo una corretta implementazione dei piani di coesistenza.

Questi, in generale, i contenuti nella bozza di parere firmata dall'eurodeputato liberale George Lyon, di cui la Commissione Agricoltura del Parlamento europeo (Commagri) ha iniziato a discutere nei giorni scorsi.
Il parere Lyon tenta un compromesso sulle nuove norme circa la coltivazione degli Organismi geneticamente modificati in Europa, per "superare la situazione di stallo sulle coltivazioni gm e sulle autorizzazioni all'utilizzo di nuove varietà". Si tratta di una cauta apertura alla proposta del Commissario alla salute John Dalli di dare più flessibilità e autonomia agli stati membri sul divieto o la limitazione della coltivazione di ogm sul proprio territorio.
Proposta accolta non positivamente prima dal Consiglio Agricoltura e pesca, quindi da quello Ambiente, con l'opposizione aperta di Francia e Germania.

Lo scontro tra Esecutivo Ue e Stati membri è aspro ed è arrivato a coinvolgere anche gli studi legali delle due istituzioni. Per sbloccare la situazione, Lyon avanza alcune ipotesi per tutelare, insieme alla trasparenza nei confronti dei consumatori, alla compatibilità ambientale e alla sicurezza sanitaria, anche la libertà degli agricoltori di scegliere cosa produrre.

Nella bozza di parere si propone che le eventuali restrizioni decise dagli Stati membri sulle coltivazioni gm siano fatte "caso per caso", dal momento che differenti sono i vantaggi e gli svantaggi che le varietà a dna ricombinante possono portare ai diversi territori europei.
Tali decisioni dovrebbero essere inoltre notificate con anticipo (almeno 3 mesi) in modo che gli agricoltori possano pianificare la scelta delle colture.
Lyon invita inoltre l'esecutivo Ue a presentare una proposta di soluzione tecnica sulle soglie per la presenza di Ogm nelle sementi convenzionali.

Trattandosi di una bozza di parere, nessuna decisione è ancora presa.

Il processo legislativo è ancora lungo, e sugli Ogm la Ue ha legislazione unica al mondo quanto a complessità: il gioco lo conduce il Commissario alla salute Dalli, ma sulla materia devono esprimersi anche le istituzioni europee che governano l'agricoltura e l'ambiente.

Come se non bastasse, i pro e i contro gli Ogm in agricoltura sono assolutamente trasversali tra gli schieramenti politici in Parlamento.
Il parere Lyon sarà votato dalla Commagri a fine febbraio e quindi indirizzata alla rapporteur del Parlamento Corine Lepage.

A febbraio si riunirà il gruppo di lavoro sugli ogm del Consiglio, a marzo la prima di quattro conferenze sul tema indette dalla Commissione europea, ad aprile dovrà pronunciarsi la Commissione parlamentare ambiente, quindi la plenaria di Strasburgo, che voterà non prima dell'estate.