Si è tenuto ieri presso il ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali un seminario sulla riforma della Pac-Politica agricola comune.
All’incontro hanno partecipato i rappresentanti delle Organizzazioni professionali, delle filiere e delle amministrazioni regionali.
No ad un regime di aiuti diretti basato esclusivamente sul criterio della estensione aziendale; introduzione di misure che rendano possibile la gestione delle crisi di mercato; flessibilità nel funzionamento dei meccanismi dello sviluppo rurale; gestione unitaria a livello nazionale delle risorse del secondo pilastro: sono questi i punti principali su cui dovrebbe incentrarsi la posizione italiana sul futuro della Pac, in base al dettagliato e curato documento di riflessione messo a punto da Mipaaf e Inea e presentato ieri alla filiera.
La prevista redistribuzione degli aiuti diretti "se non ben ponderata, potrebbe creare delle sperequazioni tra gli stati membri e fra i produttori". Ma, "in base agli orientamenti emersi sussiste la possibilità che venga assunto, quale unico parametro di ripartizione, il fattore superficie. Una logica distributiva basata solo sull'estensione delle aziende agricole appare piuttosto rozza e non sembra idonea a cogliere la multiforme realtà dell'agricoltura comunitaria".
"Un regime dei pagamenti diretti impostato solo sul fattore superficie, non riconoscerebbe agli agricoltori comunitari nessuno degli altri fattori intrinseci della produzione. non verrebbe riconosciuto il valore dato dalla qualità delle produzioni, dal lavoro, dalla tradizionalità e dalla sostenibilità ambientale e sociale. Occorre anche chiedersi se una politica di aiuti diretti basata su un criterio così semplicistico abbia bisogno di essere elevata al grado di politica comunitaria. Il valore aggiunto della Pac e la sua stessa giustificazione dovrebbero essere il raggiungimento di maggiori e migliori risultati rispetto a qualsiasi sistema di politica nazionale".
Per quanto riguarda la politica di gestione dei mercati, "sono necessarie nuove misure per governare le fasi congiunturali di crisi, ma anche misure che sappiano prevenirle. La riforma dovrà essere capace di produrre un nuovo strumentario di misure che consentano agli stati membri, con flessibilità e sussidiarietà, di sviluppare politiche di prevenzione e gestione delle crisi aderenti alle singole realtà regionali e settoriali".
In merito al futuro del secondo pilastro della Pac, il documento considera "di interesse strategico puntare ad una maggiore flessibilità nel perseguimento degli obiettivi. Inoltre, di vitale importanza per il nostro paese sarà la possibilità di usufruire di una certa flessibilità nel funzionamento dei meccanismi finanziari dello sviluppo rurale. la regionalizzazione di tale politica in Italia rende fondamentale la possibilità di poter gestire in maniera unitaria le risorse finanziarie assegnate alle regioni per i programmi attraverso un piano finanziario unico o attraverso differenti modalità applicative delle norme sul disimpegno automatico (applicazione a livello nazionale anziché regionale)".
Il documento integrale è disponibile sul sito www.agrapress.it .
© AgroNotizie - riproduzione riservata
Fonte: Agrapress