Immaginiamo una mattina come tante. Giriamo la chiave infilata come sempre nella toppa della porta di casa, per recarci al solito lavoro. Varcata la soglia del portone d'ingresso, un cane di media altezza dal pelo lungo, passando accanto al nostro ginocchio, scodinzola e prima di essere strattonato via da un guinzaglio, ci strappa un sorriso. L'ultimo, prima di accorgerci che un altro cane, assolutamente identico al primo, sta correndo nel parchetto sull'altro lato della strada e gioca con altri due cani anch'essi identici a lui ed al primo.
Ma è solo il principio. La fila di alberi sul viale di casa che rinfrescava l'aria delle calde giornate, si è trasformata in una lunga fila di piante tutte identiche tra loro e ad ogni altra pianta che il nostro sguardo raggiunge.

E' successo, ci siamo svegliati in un mondo in cui la diversità ha cessato di esistere. In cui tutto si somiglia e la variabilità biologica delle forme viventi e degli ecosistemi è cancellata per sempre. E' vero, si tratta di un immaginario reso in termini fiabeschi ma potrebbe non essere un incubo appartenente solo al mondo di 'c'era una volta' e, se divenisse realtà, potrebbe non concludersi con un 'vissero tutti felici e contenti'.

Sono passati non più di due decenni da quando la Comunità europea ha realizzato la necessità di un'inversione di rotta nei confronti dell'utilizzo delle risorse del pianeta. Sul piano delle politiche internazionali, i primi timidi passi fatti nel 1992 con il Vertice di Rio, hanno portato al recente Vertice di Copenhagen (dicembre 2009) conclusosi però, con un accordo ritenuto insufficiente dai deputati europei e da gran parte dell'opinione pubblica mondiale (www.europarl.europa.eu).

Il Vertice avrebbe dovuto raggiungere importanti accordi volti, in primis, a limitare e contrastare i cambiamenti climatici cui stiamo assistendo e che hanno, tra l'altro, pesantissimi effetti sulla biodiversità.

Per questo, per innumerevoli altre ragioni ed in virtù del fatto che una ricca varietà di specie è in grado di aumentare la capacità del sistema di ripararsi dopo aver subito un danno, l'Agenzia europea per l'ambiente (Eea - European environment agency) con un percorso ufficialmente iniziato lo scorso 11 gennaio, ha dichiarato il 2010 Anno internazionale della biodiversità promulgando, tra l'altro, '10 messaggi per il 2010'. Uno per mese, i messaggi porteranno passo passo fino ad ottobre quando si terrà la decima Cop (Conference of the parties) durante la Convention on biological diversity (Cbd) delle Nazioni Unite.

Ciascun messaggio, si concentra su uno specifico ecosistema o una specifica questione legata alla biodiversità nel contesto europeo. Ad oggi, i messaggi pubblicati sono due.
Il primo, verte proprio sulle interazioni esistenti tra i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità che ne consegue ed esprime, come concetto chiave, l'indispensabilità della varietà della vita come base del benessere economico e sociale, fondamentale nella lotta al cambiamento climatico.
Il secondo, affronta le aree protette di cui l'Europa è molto ricca (regione con il maggior numero di aree protette nel mondo) identificandole quali catalizzatori di biodiversità e bacini di conservazione delle specie.

Pubblicati a intervalli nel corso del 2010, i messaggi contenuti nel documento della Eea, sono via via scaricabili al sito www.eea.europa.eu/publications/10-messages-for-2010.

Per ulteriori approfondimenti:
www.cbd.int/2010/welcome
www.denmark.dk/en/menu/Climate-Energy/COP15-Copenhagen-2009/cop15.htm
www.denmark.dk/en/menu/Climate-Energy
ec.europa.eu/environment/nature/biodiversity/policy/pdf/communication_2010_0004.pdf
www.cbd.int/sp/sp2010+