Le ciliegie e le pesche dal Cile, i mirtilli argentini e l'anguria dal Brasile salgono nell'ordine sul podio della top ten dei cibi che sulle tavole nazionali delle feste sprecano energia, inquinano il Natale e contribuiscono all'emissione di gas ad effetto serra a causa dei lunghi trasporti che subiscono per arrivare in Italia.

E'quanto emerge da una analisi della Coldiretti che, in occasionedella Conferenza dell'Onu sui cambiamenti climatici di Copenhagen, ha presentato la lista nera dei consumi di Natale per contribuire con stili di vita sobri e responsabili a salvare il pianeta. E' stato calcolato che, sottolinea laColdiretti, un chilo di ciliegie dal Cile per giungere sulle tavole italiane deve percorrere quasi 12 mila chilometri con un consumo di 6,9 chili di petrolio e l'emissione di 21,6 chili di anidride carbonica, mentre un chilo di mirtilli dall'Argentina deve volare per piu' di 11 mila chilometri con un consumo di 6,4kg di petrolio che liberano 20,1 chili di anidride carbonica el'anguria brasiliana viaggia per oltre 9 mila km, brucia 5,3chili di petrolio e libera 16,5 chili di anidride carbonica perogni chilo di prodotto, attraverso il trasporto con mezzi aerei.

Ed anche il ministro al Mipaaf, Luca Zaia, commenta la blacklist stilata dalla Coldiretti: “Fa bene la Coldiretti a proporre una lista di prodotti che rischiano di far male alla nostra agricoltura e alla salute di tutta la Terra. Senza contare il danno che una cultura gastronomica omologata e standardizzata inevitabilmente porta con sé. Perché mangiare le stesse cose da Città del Capo a Firenze a Londra depaupera i territori e le comunità. Il cibo non è solo il frutto della natura e della terra, ma anche della cultura e delle identità dei popoli”.