‘I prezzi alla produzione della frutta estiva come le pesche sono praticamente dimezzati rispetto allo scorso anno su valori che mettono a rischio il futuro del made in Italy’.
Lo sottolinea la Coldiretti in occasione della divulgazione dei dati Istat relativi ai prezzi alla produzione dell’industria a luglio.
‘E’ scandaloso’, afferma la Coldiretti, ‘che a fronte del crollo alla produzione si sia verificato secondo l’Istat un aumento tendenziale dell’1,2% dei prezzi della frutta al consumo nel mese di luglio. Le poche decine di centesimi pagate agli agricoltori si trasformano in euro sui banchi di vendita per la presenza di pesanti distorsioni nel passaggio degli alimenti dal campo alla tavola che danneggiano consumatori ed imprese agricole alle quali vengono riconosciuti compensi che non coprono i costi. A registrare il calo più drastico i limoni che sono quasi dimezzati (-47%), seguiti dagli agrumi e dai piccoli frutti (-42%), da peri e peschi (-38%), aranci (-34%) e meli (-23%), secondo i dati Istat relativi al periodo 1997-2007'.
Sotto accusa, per la Coldiretti, c’è la grande distribuzione organizzata, attraverso la quale transita la maggioranza della frutta italiana e che è stata oggetto anche di un intervento del Parlamento europeo secondo il quale tra i fattori che influenzano il meccanismo di trasmissione dei prezzi e il divario dei prezzi alla produzione e al consumo, vi è anche ‘il comportamento commerciale degli operatori lungo la catena di approvvigionamento’.
Una situazione che rende i prezzi al consumo per gli alimentari in media cinque volte piu' alti di quelli alla produzioni.