Dopo anni di continui cali, la frutta, gli ortaggi e la verdura tornano sulle tavole delle famiglie italiane.
Nel 2008 si è, infatti, avuta una crescita, in media, dell’1,5% in quantità e del 2,8% in valore monetario rispetto all’anno precedente. Un dato sorprendente se si pensa che nell’ultimo decennio (1998-2007) si era avuta una flessione di oltre il 20%.
Ad evidenziarlo sono le stime della Cia (Confederazione italiana agricoltori) sulla base dei dati Ismea-AC Nielsen.
Nello scorso anno, rileva la Cia, i consumi di frutta da parte delle famiglie italiane hanno messo a segno una crescita dell’1,7%, mentre quelli di ortaggi e verdura sono aumentati dell'1,3%. Un’inaspettata inversione di tendenza rispetto al 2007, quando proprio il crollo negli acquisti di frutta (meno 2,5%) e, soprattutto, di ortaggi e verdura (meno 4,2%) misero in seria crisi la 'dieta mediterranea', di cui gli ortofrutticoli sono uno dei prodotti 'principe'.
Questo mutamento registrato nel 2008 non significa, però, che la crisi dei consumi di ortofrutta nel nostro Paese sia definitivamente superata. Siamo in presenza, avverte la Cia, di un risultato certamente positivo che, tuttavia, permette di recuperare soltanto in minima parte il crollo che si è avuto negli ultimi anni.
Nonostante l’aumento dello scorso anno, gli italiani non conquistano nell’Ue il podio di mangiatori di frutta e verdura. Al primo posto risultano ancora i greci con 481 chilogrammi a testa; seguiamo noi con 359 chilogrammi. Ma questo secondo posto è insidiato dagli spagnoli con 342 chilogrammi.
I francesi, rileva la Cia, si attestano in quarta posizione con 298 chilogrammi. Fortemente distanziati gli abitanti dei Paesi del Nord Europa: i tedeschi con 215 chilogrammi, gli inglesi con 200 chilogrammi e gli austriaci con 192 chilogrammi.
Gli acquisti di prodotti ortofrutticoli hanno avuto un’incidenza sulla spesa domestica alimentare pari a poco più del 16%, costituendo così la terza voce in termini d’importanza dietro al settore delle carni e dei derivati dei cereali (pane e pasta in testa).