'Di quanti scandali avremo bisogno ancora, prima che l'indicazione dell'origine della carne suina, che è a tutti gli effetti un 'atto dovuto' verso i consumatori e verso i produttori', venga chiaramente indicata in etichetta?
A seguito della vicenda dei 'maiali alla diossina', il presidente degli Allevatori Suini Italiani, Giandomenico Gusmaroli, sollecita chiarezza e trasparenza: 'ogni giorno in più senza la possibilità di informare sull’origine delle carni suine rende evidente come sicurezza e qualità siano un diritto calpestato per i consumatori ed un fardello burocratico, oltre che un costo, per gli allevatori. In compenso, c’è chi di questi concetti si riempie la bocca e si fa bello, senza mai arrivare al dunque'.
I suinicoltori da anni chiedono una normativa per l’indicazione dell’origine in etichetta, che dopo il caso irlandese diventa irrinunciabile e non più prorogabile. Tra l’altro il protocollo d’intesa sottoscritto nel luglio scorso dalle Organizzazioni del Tavolo della filiera suinicola prevede l’istituzione di un gruppo di lavoro presso il ministero agricolo per identificare possibili proposte di etichettatura dell’origine italiana della carni suine.
'L’indicazione chiara in etichetta dell’origine italiana rafforza il nostro sistema agroalimentare e consente di dimostrare la leadership del 'made in Italy', sia come qualità che come sicurezza. Dobbiamo essere fieri delle nostre peculiarità, invece  continuiamo a nasconderci', prosegue Gusmaroli. 'Per questo, invitiamo anche i mass-media ad un atteggiamento collaborativo: qui non si tratta di nascondere la verità ma al contrario di farla emergere. Nell’ambito dello 'scandalo irlandese', in molti casi si è visto un atteggiamento responsabile da parte di giornali e Tv, ma non è mancato chi ha ceduto alla tentazione di titoli forti e poco chiari, che rischiano di far male indifferentemente ai 'buoni' ed ai 'cattivi'.