'Ho il dovere di proteggere e tutelare la competitività e gli interessi dell'agricoltura italiana. Non accetterò che i nostri prodotti siano penalizzati in cambio della riduzione dei dazi sui prodotti industriali. Ieri ho inviato una lettera al ministro Scajola per renderlo pienamente partecipe della questione agricola che va difesa con la massima fermezza e fino in fondo'.
Questa la posizione del ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Luca Zaia in vista della sessione ministeriale del Wto che si terrà il 21 luglio a Ginevra. Le riunioni di coordinamento  che precedono e si svolgono a latere della sessione ministeriale del Wto, l'organizzazione mondiale per il commercio, avranno come tema centrale il capitolo agricolo e quello dei prodotti industriali. Il negoziatore sarà Peter Mandelson, il commissario dell’Unione europea per il commercio.
Questi incontri di coordinamento rivestono un'importanza fondamentale perché tracciano e delimitano l'azione del negoziatore, che deve tener conto delle richieste dei diversi paesi. 'Normalmente', ha precisato il ministro Zaia, 'alle sessioni ministeriali è il negoziatore comunitario che esprime il voto a nome dell'Unione europea. Ma occorre ricordare', ha precisato il ministro, 'che l’Italia e gli altri Stati membri dell'Ue sono tutti a pieno titolo membri dell'Organizzazione mondiale del commercio per la quale in particolare l’Italia partecipa al finanziamento  con una quota annua di 7,5 milioni di euro. L’Italia, pertanto, è  uno dei 152 Membri del Wto ed ha diritto al voto. Vista la delicatezza del negoziato in corso e la rilevanza degli interessi in gioco, nessuno potrebbe sorprendersi se l’Italia decidesse di esprimere il proprio diritto di voto per negare il consenso ad un eventuale compromesso che non tenesse conto delle richieste italiane. Queste mie riflessioni sulla questione agricola italiana al Wto devono essere considerate con la massima attenzione in quanto se necessario occorrerà utilizzare lo strumento del voto diretto'.