Le organizzazioni Cia (Confederazione italiana agricoltori), Confagricoltura, Fedagri-Confcooperative, Legacoop Agroalimentare, hanno appreso con preoccupazione che la Commissione europea sta reiterando in questi giorni la proposta di Regolamento che prevede la soppressione di 26 norme di commercializzazione dei prodotti ortofrutticoli freschi sulle 36 attualmente in vigore.
Tali norme rivestono una importanza fondamentale perché descrivono i parametri di qualità e prevedono l'indicazione obbligatoria di origine della quasi totalità dei prodotti ortofrutticoli venduti in Europa, assicurando i necessari controlli anche nella fase di importazione ed esportazione. Fino ad oggi tale politica di normalizzazione comunitaria, apprezzata ed utilizzata da tutti gli attori della filiera, ha assicurato, dal produttore al consumatore, la trasparenza e la sicurezza giuridica nelle transazioni, fornendo parametri omogenei ed oggettivi che permettono di caratterizzare ed identificare il prodotto che viene commercializzato. In buona sostanza, regole che attraverso la definizione del calibro, del peso, del numero dei frutti, della uniformità , contribuiscono a fare giungere sulle nostre tavole prodotti apprezzabili dal punto di vista estetico ed organolettico di cui è certa l'origine e con un prezzo determinato in funzione delle varie categorie di qualità. Una tutela importante per i consumatori europei.
Ciò sta incredibilmente avvenendo malgrado su questa proposta sia stata manifestata  alla Commissione l'opposizione dei governi dei principali Paesi produttori. Nell'ultimo Comitato di gestione in cui è stato discusso l'argomento, ben 17 delegazioni su 25 presenti (Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Grecia, Cipro, Slovenia, Slovacchia, Romania, Bulgaria, Austria, Polonia, Ungheria, Lituania, Germania, Rep. Ceca e Belgio), hanno preannunciato voto contrario qualora il testo non venga profondamente rivisto.
La Commissione europea non può quindi abbassare la guardia sulla qualità dei prodotti ortofrutticoli, rischiando di esporre il settore ad importazioni massiccie dai Paesi Terzi in un quadro di assenza di controlli obbligatori. E ciò a scapito, in primo luogo, delle garanzie di salubrità dei prodotti. Un primo tentativo di modifica di queste norme fu già bloccato nel giungo scorso, in sede di riforma dell'organizzazione comune di mercato ortofrutta, quando l'azione congiunta dei ministri dei Paesi mediterranei, fece ritirare una  proposta simile. In conclusione, le scriventi Organizzazioni desiderano esprimere fin d'ora il loro massimo sostegno ed apprezzamento all'azione del ministro Luca Zaia che si accinge ad affrontare  questo delicato problema in occasione dei lavori del Consiglio Agricolo che si terrà a Bruxelles il prossimo lunedi 19 maggio.