'Nel primo trimestre del 2008 si è avuta una flessione dello 0,7% rispetto all'analogo periodo del 2007, mentre la spesa, in termini di valore, è cresciuta del 4%'. A segnalarlo è la Cia (Confederazione italiana agricoltori), la quale in merito ai dati Istat sull'inflazione ad aprile che, nonostante una sostanziale stabilità, resta ancora elevata.
'Così', rileva la Cia, 'la corsa al rialzo degli alimentari (+5,5% in aprile rispetto all'analogo mese del 2007) 'taglia' ancora gli acquisti domestici. I più penalizzati nel primo trimestre', come risulta dalle stesse rilevazioni dell'Ismea, 'sono i derivati dei cereali (pane e pasta in testa, con una flessione, rispettivamente, di circa il 6% e del 2,8%), la carne bovina (-3,4%), gli ortaggi (-5,5%), la frutta (-1,8%) e l'olio d'oliva (-5,0 %). Settori in controtendenza', sottolinea la Cia, 'sono la carne avicola (+1,6%), il latte e i derivati (+3,5%), il vino e gli spumanti (+2,2%)'. Davanti a questo scenario, la Cia rimuove le sue proposte per frenare l'inflazione: doppio prezzo (origine e dettaglio) per una reale tracciabilità, rapporti più stretti nella filiera agroalimentare; istituzione di Osservatori dei prezzi regionali'.
Anche la Coldiretti interviene con le proprie considerazioni in fatto di prezzi: 'L'aumento dei prezzi favorisce il calo dei consumi a tavola con riduzioni record per il pane, la pasta ed in generale con un contenimento delle quantità di prodotti alimentari acquistate dalle famiglie, che fanno segnare un calo del 0,4%. Serve', sostiene la Coldiretti, 'una ricomposizione della filiera agroalimentare, poiché i troppi passaggi e le inefficienze odierne che portano i prezzi alle stelle per i consumatori danneggiano le imprese agricole due volte perché riducono i margini e favoriscono il calo dei consumi. I prezzi dei prodotti alimentari', precisa la Coldiretti, 'aumentano in media di cinque volte nel percorso dal campo alla tavola con differenze tra i diversi prodotti che vanno da tre volte per frutta e verdura a quattro per il latte fino a dieci per il pane'.
'Anche se il confronto su base annua', rileva Confagricoltura, 'segna ancora un aumento sulla scia dei rincari registrati a livello internazionale, non si può non rimarcare che è in atto una tendenza generalizzata al ribasso. Per di più, per alcuni comparti (suini, avicoli, olio d’oliva) la situazione è complessa e le quotazioni, purtroppo, sono in continua discesa anche rispetto allo scorso anno. Unico settore in aumento (sia su base mensile che annuale) è quello della frutta, anche se, nel dettaglio, ci sono situazioni differenziate. Gli ortaggi e legumi sono invece in flessione (-16,42% su base mensile) con punte pesanti per carciofi (-50,20% aprile su marzo), pomodori ciliegini (-23,88%), pomodori da serra (-8,14%), radicchio (-23,08%), ecc.In conclusione, la congiuntura mostra dei prezzi mediamente in flessione, a dispetto dei recenti andamenti rialzisti'.
Come ha sottolineato ieri la Commissione europea, si può parlare di un 'raffreddamento' dei mercati dei cereali e dei lattiero-caseari dopo i picchi dei mesi scorsi.
'C'è da chiedersi se si sta andando verso una stabilizzazione dei mercati', Confagricoltura se lo augura e sottolinea come la situazione resti fortemente condizionata dall'andamento delle quotazioni delle grandi commodities sui mercati mondiali. 'A questo punto', conclude Confagricoltura, 'si deve sottolineare che l'aumento dei costi di produzione (energia, input, manodopera) non segue uguale direzione, e ciò influenzerà pesantemente i redditi dei produttori'.