E' giunta dall'ambasciata statunitense alla rappresentanza italiana a Washington una lettera, scritta per iniziativa della US Alcohol and Tobacco Tax and Trade Bureau (Attb), che avverte che dal 9 giugno 2008 le importazioni di Brunello di Montalcino potrebbero essere bloccate nel caso non giungano le attestazioni di totale produzione del vino tramite l'utilizzo del 100% di uve Sangiovese. L'ultimatum Usa fa seguito allo scandalo del Brunello arricchito con Merlot o altri vitigni un poco meno nobili.
'E' la inevitabile conseguenza  della comunicazione confusa e strumentale dei fatti dello scorso aprile, che hanno fortemente compromesso l'immagine del vino italiano all'estero e che ora rischia di provocare danni economici ingenti ai nostri produttori'. Così Confagricoltura commenta l'annuncio e continua: 'Nell'auspicio che un'intesa preliminare fra i due governi stemperi l'impostazione data al problema, ora è necessario che le indagini facciano il loro corso, per ridare al più presto ai produttori di Brunello la possibilità di continuare a lavorare e a commercializzare con quello che è il nostro principale mercato di sbocco, riaffermando la propria competenza e capacità imprenditoriale'.
Anche la Cia (Confederazione italiana agricoltori) è del medesimo parere: 'Speriamo che si trovi un'adeguata soluzione in modo da salvaguardare una produzione di qualità, come quella del Brunello di Montalcino, che rappresenta un vero fiore all'occhiello per il 'made in Italy'. Siamo certi che la 'linea di comunicazione' che è stata avviata con le autorità Usa, attraverso la nostra ambasciata e il ministero delle Politiche agricole, riuscirà a risolvere la questione in tempi brevi'. Nel rilevare che negli Usa si esporta il 25% della produzione di Brunello, la Cia evidenzia che si sapranno dare gli opportuni chiarimenti, fornendo la massima trasparenza. Il che significa garanzia di un prodotto di grandissima qualità che viene apprezzato in tutto il mondo.
'Con un quarto della produzione totale di Brunello che viene spedito negli Stati Uniti per un valore di oltre 30 milioni di euro occorre fare al più presto chiarezza per  dare la possibilità ai consumatori americani di continuare a gustare il prestigioso vino', questo quanto affermato dalla Coldiretti nel commentare la lettera. 'L'Autorità statunitense',  riferisce la Coldiretti, 'chiede di conoscere i nomi, le aziende e le etichette coinvolte nell'indagine sul mancato rispetto del disciplinare di produzione, che  coinvolge una decina di imprese, anche per l'impiego di uve diverse dal sangiovese e sottolinea che una volta che saranno forniti questi nomi si potrà ridimensionare la richiesta per il blocco alle aziende e alle annate coinvolte'. 'Ci sono', conclude la Coldiretti, 'le condizioni per superare l'attuale fase di incertezza con la trasparenza e ridare tranquillità agli operatori e ai consumatori per evitare danni di immagine in un settore che svolge una funzione da traino per l'intero Made in Italy in Italia e all'estero'.
Il distretto di Montalcino, che oltre al Brunello produce anche il Rosso, il Moscadello e i vini di Sant'Antimo, conta complessivamente su 3.500 ettari di vigneto, un autentico 'tesoro' che dal 1967 ad oggi ha avuto una crescita del due mila per cento del valore degli ettari coltivati a Brunello: la quotazione di un ettaro di vigneto di Brunello, secondo un'indagine effettuata dall'Istituto nazionale di economia agraria, si attesta oggi sui 350 mila euro anche se, i valori possono salire fino a 500 mila euro.