'Al di là della pioggia e della neve, è però necessario provvedere al più presto', sostiene la Cia, 'ad una nuova politica strategica per le acque. Per questo motivo è quanto mai necessaria l'istituzione di un'Autorità unica in modo da superare la frammentazione decisionale attuale, promuovere accordi tra i diversi soggetti, controllare e sanzionare le violazioni, governare l'equa ripartizione delle risorse idriche per l'uso irriguo, dopo aver soddisfatto il consumo umano'.
Non solo. Per la Cia occorre riformare i Consorzi di bonifica, rafforzando le attività storiche di manutenzione degli alvei fluviali, dei canali e dei bacini imbriferi, di gestione degli invasi e dei sistemi di irrigazione, di opere infrastrutturali, idrauliche e ambientali, di regimazione delle acque. 'Inoltre, è importante', conclude la Cia, 'estendere l'uso di risorse idriche non convenzionali, realizzare strutture per l'accumulo, controllare gli emungimenti abusivi e il censimento generale dei pozzi, reintrodurre tecniche di sapienza tradizionale, diffondere nuove tecniche di irrigazione e pratiche agronomiche, ricercare specie adatte alla scarsità d’acqua e adeguare la tariffazione sulla base dei volumi erogati'.
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