Un eventuale incremento dei prezzi al consumo di frutta e verdura fresca nei prossimi giorni non può essere in alcun modo riconducibile all’ondata di freddo che sta investendo aree agricole del nostro Paese. Infatti, relativamente alla frutta  invernale (mele e pere) le produzioni sono già state raccolte e conservate in attesa della loro commercializzazione, mentre per le verdure invernali (broccoli, spinaci e indivie) le temperature sono perfettamente compatibili, quindi sopportabili per tali coltivazioni. Nel caso di ortive “fuori stagione” (pomodori, melanzane, peperoni, zucchine), si tratta di coltivazioni in ambienti protetti (serre e tunnel), per queste è ipotizzabile un lieve incremento dei costi di produzioni legati ad un maggior fabbisogno di calore che incidono sulla bolletta energetica delle aziende agricole. E’ quanto sottolinea la Cia - Confederazione italiana agricoltori in merito alle basse temperature di questi giorni e ad eventuali immotivate azioni speculative su frutta e verdura. Gli effetti di un freddo prolungato potranno essere valutati solo successivamente e in relazione alle coltivazioni primaverili ed estive. Inoltre i maggiori costi che gravano sulle imprese agricole nei periodi invernali non vengono caricati sul prodotto, come dimostrano le quotazioni sempre al ribasso dei prezzi applicati all’origine.