Il blocco dei “tir” apre un altro fronte: quello delle speculazioni sui prezzi dei prodotti agroalimentari che faranno più caro il Natale, anche perché la tendenza dovrebbe proseguire nei giorni che precedono le feste. Già da questa mattina nei mercati si registrano al consumo impennate dei listini, soprattutto per la verdura e la frutta, con punte del 15-2% rispetto alla scorsa settimana. E poi c’è il rischio che sugli scaffali arrivino alimenti la cui qualità è stata compromessa perché rimasta per troppo tempo nei camion a causa del fermo dell’autotrasporto. E’ quanto sottolinea la Cia - Confederazione italiana agricoltori. La prima merce arrivata sui mercati ha subito aumenti ingiustificati. Si tratta di ortaggi e verdura (insalate, spinaci, sedani, finocchi, cavolfiori) i cui prezzi sono lievitati oltre il 20%, con punte anche del 50%. Meno appariscenti gli incrementi della frutta: + 5-8%. Stabili i prezzi delle patate e della frutta secca, che avevano già fatto registrare aumenti, rispetto allo scorso anno. Dalle aziende agricole arrivano segnalazioni di prezzi stabili da alcune settimane; per alcune produzioni, come spinaci, carote, zucchine, cipolle, le quotazioni hanno anche segnato dei ribassi. I rincari sono quindi il frutto di manovre speculative che si celano dietro la protesta degli autotrasportatori. Da qui l’invito della Cia al governo perché si vigili e si effettuino rigorosi controlli. In questi giorni c’è il fondato pericolo - rileva la Cia - che sulle tavole arrivino produzioni la cui qualità è stata compromessa per il troppo tempo in cui è rimasta stipata sia nei magazzini che nei “tir”. La Cia, pertanto, invita i consumatori a fare molta attenzione negli acquisti.