"Se vogliamo garantire un futuro al paesaggio delle campagne occorre continuare a sostenerne l’elemento centrale e cioè l’impresa agricola". Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Federico Vecchioni intervenendo, a Grosseto, alla giornata si studio "Agricoltura e Paesaggio”. Vecchioni ha ricordato che, nel corso degli ultimi 23 anni, la superficie agricola si è ridotta di 3 milioni di ettari, con un calo del 20%. Da un quarto di secolo vengono “dirottati” dall’attività agricola ad altri utilizzi circa 150 mila ettari l’anno. Un’estensione pari a quella destinata in Italia alla produzione di girasole e ad un quarto di quella per la produzione di grano tenero. "Sono gli agricoltori e le loro imprese – ha detto Vecchioni - a gestire come un unicum le loro attività ed il territorio in cui operano". L’attività agricola non esercita solo la sua primaria funzione economica, ma anche quella culturale di mantenimento del paesaggio rurale. "E’ questa – ha detto Vecchioni -  la caratteristica multifunzionale dell’impresa agricola italiana ed europea. Purtroppo le politiche in questa direzione sono state inadeguate. Occorrono indirizzi chiari e si deve confidare nella gestione del paesaggio rurale da parte delle nostre imprese agricole, che hanno ben operato". Vecchioni ha ricordato che un valido tentativo è stato promosso con il recente disegno di legge “De Petris” sulla tutela e la valorizzazione del paesaggio.