Il continuo vertiginoso rincaro del petrolio, che ha portato a nuovi record assoluti del prezzo della benzina e del gasolio, pesa in maniera sempre più pesante anche sulle imprese agricole che hanno visto, nei primi nove mesi dell’anno, lievitare i costi della “bolletta petrolifera” di oltre il 25% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il che ha significato un maggior esborso di oltre 100 milioni di euro da parte dei produttori agricoli. A rilevarlo è la Cia - Confederazione italiana agricoltori per la quale il settore, che già è costretto ad operare in una situazione di crisi strutturale, si trova ad affrontare un’altra emergenza costituita proprio dal caro-carburante. Già nel 2006 gli agricoltori hanno dovuto fare i conti con crescenti costi di produzione e previdenziali. E quelli relativi al carburante hanno inciso in maniera allarmante. Basti pensare che nel corso dell’anno scorso le aziende hanno dovuto sborsare 280 milioni di euro in più rispetto al 2005 a causa delle vertiginose lievitazioni del petrolio. Le imprese agricole che più hanno risentito dell’aumento - afferma la Cia - sono quelle serricole che fanno uso del gasolio per riscaldare gli ambienti dove si coltivano, in particolare, ortaggi, fiori e piante. Ma anche nella zootecnia i consumi di carburante hanno fatto sentire i loro effetti, soprattutto per quello che concerne il riscaldamento delle stalle e gli impianti di mungitura. Stesso discorso per le macchine agricole, il cui uso ha fatto crescere gli oneri per le aziende nella voce energetica.