Soprattutto sulla frutta estiva e sulle coltivazioni di ortaggi incombe sempre più minaccioso lo spettro della siccità. A lanciare il grido di allarme è la Cia - Confederazione italiana agricoltori per la quale senza un valido Piano di intervento potrebbe verificarsi il tracollo per molta parte dell'agricoltura. I problemi più gravi si riscontrano nella Pianura Padana, a ridosso del Bacino del Po, che desta le maggiori preoccupazioni: il livello scende ogni giorno di più. Nel 2003 il settore dell’ortofrutta subì danni rilevanti per la siccità che ora rischia di ripetersi, con pesanti perdite produttive: con i redditi dei produttori che calarono e con rincari, ingiustificati, di frutta e verdura. Rincari al dettaglio che al momento - sottolinea la Cia - non hanno motivo. La frutta e le verdure sui mercati non ha subito conseguenze., ma ve ne è in abbondanza a causa di un autunno e di un inverno insolitamente miti. Il clima anomalo ha reso la situazione difficile solo per i produttori che in alcune regioni (Puglia, Basilicata e Sicilia) si è tramutata in una delle crisi più gravi degli ultimi decenni. La maturazione degli ortaggi si sono concentrate e accavallate. Non è più commerciabile e, quindi, invenduta molta produzione orticola (lattuga, finocchi, carciofi, legumi, cavoli, spinaci, broccoli). A ciò si devono aggiungere anche quantità di agrumi (arance, mandarini e clementine) che non hanno trovato sbocco sul mercato. Se lo scenario dovesse peggiorare (è possibile un calo produttivo del 25%), i consumatori potrebbero andare incontro a sgradite sorprese. Tutta l’agricoltura italiana è in stato d’allarme.