Con il voto del Parlamento Europeo, la procedura per la riduzione a livello europeo dello status di protezione del lupo entra nella sua fase finale. Con 371 voti a favore, 162 contrari e 37 astensioni l'Eurocamera ha dato il via libera alla modifica della Direttiva europea Habitat, che si pone a salvaguardia della biodiversità nell'Unione Europea, specificando il regime di tutela della flora e della fauna selvatiche nel territorio europeo.

 

Se a questo seguirà l'ok dei ministri Ue dell'Ambiente senza modifiche rispetto alla proposta della Commissione Europea, l'Unione Europea farà suo il declassamento dello status del lupo recependo il recente aggiornamento della Convenzione di Berna del Consiglio d'Europa del 1982.

 

Il Comitato Esecutivo della Convenzione di Berna si è riunito a dicembre 2024 e ha provveduto a trasferire la menzione del lupo (cioè la specie animale Canis lupus) dall'allegato 2, relativo alle specie di fauna "strettamente protette", all'allegato 3, relativo alle specie semplicemente "protette".

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L'ultimo miglio

Il via libera da parte del Consiglio replicherà quanto già visto a settembre 2024. In quella circostanza i ministri hanno votato per dare mandato all'Ue di cambiare la Convenzione in modo meno favorevole per il lupo. Solo Spagna e Irlanda hanno votato contro la proposta. Altri quattro Paesi - Cipro, Slovenia, Malta e Belgio - si sono astenuti.

 

Per le specie "strettamente protette", che sono circa quattrocento in base a quanto prevede la Direttiva, gli Stati devono proibire qualsiasi forma di cattura o uccisione deliberata di esemplari di queste specie in natura. Ma anche la perturbazione deliberata di queste specie, in particolare durante il periodo di riproduzione, allevamento, ibernazione e migrazione, distruzione o prelievo deliberato di uova dall'ambiente naturale e il deterioramento o la distruzione dei siti di riproduzione o delle aree di riposo.

 

Sono vietati anche la detenzione, il trasporto e la vendita o lo scambio di esemplari prelevati dall'ambiente naturale, a eccezione di quelli prelevati legalmente prima dell'attuazione della presente Direttiva. I Governi devono anche adoperarsi con ulteriori ricerche o misure di conservazione per garantire che in caso di catture e uccisioni accidentali non ci sia un impatto negativo significativo sulle specie interessate.

 

Lo sfruttamento e il prelievo delle specie protette in natura deve essere compatibile con il mantenimento di uno stato di conservazione favorevole.

 

Cosa prevede la modifica per la caccia e i fondi Ue

La specie del lupo dunque non comparirà più nell'allegato 4 della Direttiva Habitat, che definisce le specie "strettamente protette".

 

Come altre specie elencate nell'allegato 5, diventerà una specie semplicemente "protetta" nella legislazione europea, con la libertà per gli Stati di applicare una tutela più severa.

 

Secondo la Direttiva europea una specie "protetta" (al contrario di una "strettamente protetta") può essere cacciata a determinate condizioni e tenendo conto della conservazione delle popolazioni.

 

Gli Stati membri regolano le autorizzazioni di caccia, anche avvalendosi del supporto tecnico ed economico della Commissione, garantendo però il raggiungimento e il mantenimento di uno stato di conservazione favorevole per le popolazioni nelle loro regioni biogeografiche.

Spetta agli Stati monitorare la conservazione della specie protetta sulla base di metodologie e formati comuni, elaborati (e regolarmente aggiornati) all'interno del gruppo di esperti competente.

 

Sulla base di questi dati, la Commissione, assistita dall'Agenzia Europea dell'Ambiente, effettua una valutazione dello stato di conservazione per regione biogeografica dell'Unione Europea. Gli Stati europei devono riferire ogni sei anni alla Commissione sullo stato di conservazione della specie.

 

Non cambia nulla nella possibilità di accedere ai fondi del programma "Life" erogati dalla Commissione Europea per i progetti che finanziano la tutela della biodiversità. E lo stesso vale per le norme sui regimi di aiuti di Stato nazionali autorizzati dalla Commissione Europea e le risorse stanziate nell'ambito dei Piani Strategici Nazionali della politica agricola nazionale e il Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (Feasr) che mirano a compensare gli allevatori per eventuali perdite legate agli attacchi del lupo.

 

I numeri

Lo stato di conservazione del lupo ha mostrato una tendenza positiva negli ultimi decenni. La specie si è ripresa con successo in tutto il continente europeo e la popolazione stimata è quasi raddoppiata in dieci anni (da 11.193 nel 2012 a 20.300 nel 2023).

 

L'obiettivo è fornire una maggiore flessibilità nella gestione delle popolazioni di lupo nei Paesi dell'Ue, al fine di migliorare la coesistenza e ridurre al minimo l'impatto della crescente popolazione della specie, comprese le sfide socioeconomiche.

 

Questa continua espansione ha portato a sfide socioeconomiche, in particolare per quanto riguarda la coesistenza con le attività umane e i danni al bestiame. Secondo gli ultimi dati disponibili degli Stati membri, si stima che i lupi uccidano ogni anno almeno 65.500 capi di bestiame nell'Ue.