Mais, soia e mangimi: facciamo il punto della situazione italiana con Giulio Gavino Usai, responsabile Area Economica di Assalzoo, l'Associazione Nazionale Tra Produttori di Alimenti Zootecnici aderente a Confindustria.

 

Focus sul mais

"Quest'anno la produzione di mais è superiore allo scorso anno, benché le superfici coltivate siano diminuite. Fortunatamente non si è ripetuta la forte siccità registrata nel 2022, che aveva pregiudicato una parte importante del raccolto. Ma se sul fronte meteo è andata meglio, restiamo ai minimi storici di produzione, che stimiamo essere di poco superiore a 4,5 milioni di tonnellate. La qualità sanitaria del raccolto dalle prime indicazioni sembra essere notevolmente migliore della scorsa campagna, con parametri delle micotossine accettabili che non ne pregiudicano l'impiego in alimentazione animale. Ne consegue che potrà esserci una leggera riduzione delle importazioni, anche se in complesso le quantità in arrivo dall'estero resteranno sempre molto elevate, prevedibilmente al di sotto del massimo storico di 7 milioni di tonnellate raggiunto lo scorso anno".

 

Soia sotto la lente di ingrandimento

"Siamo dipendenti dall'estero in maniera elevata, con quote di import che oscillano tra l'85% e il 90%, e con l'incapacità a livello italiano di governare i prezzi di mercato, appunto non avendo una produzione minimamente sufficiente a garantire l'approvvigionamento. Subiamo, quindi, gli umori del mercato e nelle ultime quattro settimane, a fronte di una relativa stabilità dei prezzi dei cereali, abbiamo assistito a un rincaro sensibile dei proteici, in particolare della farina di soia, aumentata di prezzo in maniera consistente".

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La produzione mangimistica

"Dalle prime stime sulla base di una indagine campionaria interna è prevedibile che il 2023 si chiuda con il segno positivo con una ripresa rispetto alla netta riduzione produttiva registrata nel 2022. La ripresa appare imputabile soprattutto al settore avicolo, che è uscito dalla fase critica dell'influenza aviaria e ha ripreso in maniera abbastanza buona la produzione. Non avremo un recupero pieno, ma siamo comunque usciti dalla fase emergenziale.

 

Restano difficoltà nella produzione di mangimi per il settore suino che subisce l'incognita della Psa: si è ridotto il numero di capi allevati e, parallelamente, si è ridotta la produzione mangimistica.

Possiamo considerare stabili o in leggero incremento gli alimenti per i bovini sia da carne che da latte".

 

Prezzi e listini

"Abbiamo superato la fase esplosiva dell'incremento dei prezzi che avevano raggiunto i massimi storici del 2022. I listini, sebbene lontani dalle quotazioni del periodo pre covid-19, si sono in generale riposizionati, ma stiamo comunque vivendo una situazione di volatilità a causa anche delle forti tensioni internazionali in atto. Il prezzo del mais si posiziona attualmente tra 230-240 euro. La soia ha avuto un incremento significativo delle quotazioni soprattutto nelle ultime quattro settimane e la farina è tornata a sfiorare i 600 euro la tonnellata e con quella nazionale ha raggiunto addirittura 630 euro la tonnellata. Siamo di fronte a una situazione in cui i mercati non sembrano orientati a ritrovare una stabilità e di certo la forte dipendenza dall'estero del nostro Paese, che stenta a raggiungere per le materie prime per la mangimistica il 40% rispetto al fabbisogno interno, in questa situazione non aiuta.

 

In queste condizioni il ricorso ai future può aiutare gli operatori a evitare i picchi del mercato: come industria mangimistica dobbiamo proteggerci dall'eccessiva volatilità anche per evitare ripercussioni sugli allevatori che faticano a contenere i costi di produzione. Un mercato più stabile è auspicabile per tutti perché consente tanto all'industria mangimistica che agli allevatori una migliore gestione dei costi e di programmare al meglio l'attività produttiva".