In Sardegna ricompare la Febbre catarrale degli ovini, la temuta blue tongue, la malattia provocata dal virus BTV2 e si annuncia una vera e propria nuova epidemia. La Sardegna fu il primo territorio italiano ad esserne colpito nel 2000. "In nove giorni i focolai di blue tongue sono cresciuti del 300% passando dai 26 del 16 agosto ai 104 di oggi, 25 agosto". A darne notizia - due giorni fa - è Coldiretti Sardegna che in una nota sottolinea come "questi numeri e la velocità con cui si sta espandendo ci dicono che è il momento della responsabilità in cui occorre limitare al minimo i danni, evitando il ripetersi di storie che ci hanno fatto rabbrividire nel recente passato e che non vorremmo più vedere".

La nuova epidemia è partita nella prima decade di agosto a Bari Sardo in due allevamenti. A distanza di venti giorni - il 25 agosto - riguarda 32 comuni - localizzati soprattutto nelle province di Nuoro, Ogliastra e Oristano - con 28.404 capi coinvolti, dei quali 2.290 presentano sintomi e 107 morti. Mentre sono 12 i focolai sospetti che riguardano 2.198 capi, 13 dei quali presentano sintomi.

Secondo il report pubblicato ieri - 26 agosto 2021 - dall'Osservatorio epidemiologico veterinario regionale per la Sardegna, e rilevato da AgroNotizie, i focolai confermati restano 104, ma gli animali con sintomi sono già saliti a 2.321: ben 31 in più in una sola giornata. Il tutto mentre i focolai sospetti sono passati ieri a 13 e riguardano allevamenti per 3.153 capi con 15 che presentano i sintomi di blue tongue e sui quali si indaga per eventuale conferma della presenza del virus.

"La crescita repentina dei focolai testimonia che il morbo della blue tongue si sta espandendo a macchia d'olio - afferma il presidente di Coldiretti Sardegna, Battista Cualbu -, questo significa che adesso occorre concentrare le forze per fermare il morbo mettendo in sicurezza gli allevamenti e cominciando a vaccinare laddove non si è fatto e dalle zone più a rischio".

"Con un intervento immediato e massiccio è possibile limitare i danni, evitando perdite e immagini che nel recente passato hanno fatto male a tutti - secondo il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba -. Allo stesso tempo è però necessario programmare dei rimborsi per gli allevatori che hanno subito la perdita delle pecore".