Proprio ora che in Lombardia si discute per definire il prezzo del latte nei prossimi sei mesi, i mercati mondiali mostrano segni fra loro contrastanti, che complicano il quadro e rendono più difficile ipotizzare scenari futuri. A favore di una tenuta dei prezzi gioca lo stop al ricalcolo del contenuto in grasso che alcuni Paesi della Ue chiedevano al fine di evitare nuove multe per la campagna in corso. A guidare la richiesta, della quale già aveva parlato Agronotizie, era l'Austria che poteva contare sull'influente appoggio della Germania. Ma la ferma opposizione di Italia e di un pool di altri Paesi fra i quali la Francia, hanno bloccato l'iniziativa. Così le quote latte potranno calmierare, si spera, la spinta produttiva già innescata in molte aree del Nord Europa. E questo dovrebbe contribuire a tonificare i prezzi del latte. Ma l'effetto quote non farà scendere la produzione di latte scremato in polvere per il quale le previsioni di breve periodo indicano un aumento del 7% che potrebbe spingersi sino all'8% nel 2015. Una prospettiva che non gioca a favore di una tenuta dei prezzi.
L'effetto Russia
C'è un'altra importante variabile in campo da tenere in considerazione. E' la recente decisione del Governo della Russia di limitare le importazioni di prodotti lattiero caseari al fine di favorire un incremento della produzione interna. In ballo ci sono volumi di prodotto il cui valore è calcolato in circa 20 miliardi di euro. Una riduzione dell'import della Russia si traduce in un aumento delle disponibilità mondiali di latte che si andrebbero ad aggiungere a quelle provenienti dall'Oceania, dove già i prezzi del latte in polvere sono in flessione.
Spinte verso il basso
Sullo scenario mondiale sembrano così crescere i fattori che spingono verso una flessione dei prezzi. Una tendenza che sui mercati europei si registra nei principali Paesi produttori già dal mese di aprile, l'ultimo in ordine di tempo monitorato dalla Commissione europea. Il prezzo medio del latte nella Ue si è fermato a 38,35 centesimi di euro, con una flessione di 1,20 centesimi di euro rispetto a marzo. Nonostante questa flessione, i prezzi dei primi quattro mesi del 2014 sono comunque superiori di oltre il 15% rispetto allo stesso periodo del 2013. A guidare l'attuale calo dei prezzi è la Francia, scesa a 34,1 centesimi al litro, seguita da Regno Unito. Solo il latte tedesco sembra “tenere” e in media si colloca a 39,7 centesimi, sensibilmente al di sopra della media europea. In Italia, lo ricordiamo, gli ultimi accordi, scaduti il 30 giugno, avevano fissato il prezzo a 44,5 centesimi di euro al litro. Gli attuali scenari lasciano poco spazio ad un possibile aumento, mentre al contrario si fanno strada gli elementi che spingono per un ribasso. Ma il mercato del latte, lo dicono gli esperti, è oggi in balia di una forte volatilità. Basta poco per “ribaltare il tavolo”.
09 luglio 2014 Zootecnia